Il Cras di Rimini rimette in libertà un rapace raro

Verde
  • 16 aprile 2024

Non era affatto scontata la sopravvivenza, né tanto meno la piena ripresa, del maschio di astore protagonista di questa storia. È tornato a librarsi libero nei cieli sopra Mercato Saraceno (Forlì-Cesena) sabato 6 aprile, dopo un mese esatto di cure e riabilitazione. Era stato trovato gravemente ferito, a terra, da un abitante della città della Vallata del Savio. Forse nel corso di un inseguimento di caccia, il rapace deve aver sbattuto contro un cavo dell’alta tensione o un prefabbricato, ricavandone l’avulsione di un piccolo frammento dell’omero sinistro, una lussazione scapolo-omerale, sempre a sinistra, contusioni varie e un trauma oculare. Il suo soccorritore, però, non ha perso tempo né animo e ha prontamente chiamato il numero del Cras (Centro recupero animali selvatici) di Rimini (www.crasrimini.it), riferimento per tutta la Romagna, attivo 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. Il volatile è stato subito accolto al centro di Corpolò e sottoposto alle cure più meticolose. Una volta sistemata la frattura, però, ancora l’astore non riusciva a volare, per via degli esiti invalidanti della lussazione. Nessuno dei volontari ha mai pensato di arrendersi, «né lo ha fatto l’astore – racconta Clara Corbelli, responsabile del Cras Rimini – che in tutto il percorso ha avuto una grinta davvero da rapace». L’uccello è stato sottoposto a una complessa operazione ortopedica da parte dei veterinari del Cras, l’intervento ha funzionato e a poco a poco è iniziata la vera ripresa. «Non gli abbiamo dato un nome – tiene a precisare Clara – perché è la nostra politica, vogliamo liberarli il prima possibile e ci sembra una forma di rispetto non chiamarli. Ti immagini affibbiare un nome “stupidino” a un rapace così fiero? Solo il nostro Fufo il gufo è stato battezzato, perché è con noi da anni e non può tornare in libertà per la sua sicurezza, un giorno una bambina in visita da noi l’ha chiamato così e il nome gli è rimasto». È sempre Clara a spiegare che al Cras hanno imparato a esultare quando gli animali selvatici in cura cominciano a voler scappare: «È un segno molto positivo – dice –. Così, dopo i primi giorni più traumatici, quando l’astore ha cominciato a sbattersi contro la rete perché non sopportava la detenzione, abbiamo capito che si metteva bene. A poco a poco, grazie alla bravura dei nostri veterinari, ha poi ripreso a volare». E a un mese esatto dal suo arrivo nel centro è arrivato il momento di restituirgli la libertà. Tranne casi particolari, si tende sempre a rilasciare l’animale dove è stato trovato, tanto più per l’astore, che è monogamo e forma coppie stabili per tutta la vita e dunque doveva probabilmente ritrovare la sua compagna. Questo predatore, che predilige le zone boscose montane e submontane, in Italia è una specie rara e minacciata per la riduzione del suo habitat naturale. In Emilia-Romagna si stima ci siano meno di 50 coppie, al Cras di Rimini ne hanno avuti, con questo, due in dieci anni. La primavera è pieno periodo riproduttivo e la speranza è che, chissà, il nostro astore, tornato a casa, possa allargare la famiglia.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui