Cesena-Juventus e il venditore che mandava a scuola tutti

Aumentano gli indizi che il Cesena sia la squadra più forte del campionato, però il campionato lo vincerà la squadra migliore, che non sempre coincide con quella più forte, quindi si torna al punto di partenza. Prevalere alla distanza su una squadra come la giovane Juve B è stato un bel segnale e ora arriva un esame tosto contro un avversario costruito su canoni opposti. La Recanatese è una selezione over 30 che sa dare fastidio a tutti: ha perso una volta nelle ultime sette uscite e da Sbaffo a Melchiorri ha una serie di pirati che nella gara singola sono scomodi per chiunque.

Quella di ieri resta a suo modo una gara storica: un Cesena-Juve con 25 tifosi in curva ospiti non si era mai visto. Conoscendo la storia calcistica della Romagna, c’erano più simpatizzanti juventini negli altri tre settori dello stadio che in curva Ferrovia, perché il bianconero a strisce qui è sempre stato di moda e il feeling tra le società al mercato ha radici antiche.

Tra i grandi affari tra Cesena e Juventus, il primo risale a un sacco di anni fa. Era l’estate dei 1981 e nei juke box al mare si usava “In the air tonight” di Phil Collins come scudo per difendersi da canzoni tremende come “Sharazan” di Al Bano e Romina e “Rock ‘n’ Roll Robot” di Alberto Camerini. Incurante del sottofondo musicale, c’è poi un presidente pensieroso che in pochi mesi si è ritrovato in A grazie al capolavoro di Osvaldo Bagnoli. Edmeo Lugaresi ha 53 anni, conosce il commercio ma conosce poco il calcio: è la sua prima estate di calciomercato, è il primo ad avere dei dubbi su se stesso e li confida al diretto interessato.

«Massimo, andiamo a Torino a incontrare Boniperti».

«Lo so presidente, me l’ha detto anche ieri».

«Però non sono mica sicuro, sono preoccupato».

«Presidente, da parte mia non ci sono problemi: io alla Juve vado volentieri».

«Ma cosa hai capito? Mica parlo di te, io parlo di me. È la mia prima trattativa nel calcio, non so a quanto ti devo vendere».

Il Massimo in questione è il 22enne Massimo Bonini, centrocampista reduce da un campionato pazzesco: inizialmente sembra destinato alla Sampdoria, poi spunta la Juve che mette sul piatto soldi e i cartellini del centrocampista Vinicio Verza e del difensore Massimo Storgato. Dalla sede del Cesena parte la telefonata a Bonini: «Massimo, quando ti chiama la Sampdoria, rispondi che non sei più convinto e che non ci vuoi più andare».

Bonini esegue e il Cesena prende tempo. Lugaresi lo chiama tutti i santi giorni con la stessa solfa («Massimo, sei il primo che vendo, a un dato momento non sono mica sicuro...») poi parte per Torino con Pier Luigi Cera fino all’ufficio di Giampiero Boniperti. La Juve è interessatissima a Bonini, inoltre sa che il Cesena si è mosso per prendere dall’Austria Vienna per 700 milioni la Scarpa d’Argento Walter Schachner, il secondo marcatore d’Europa nella stagione 1980-’81, un motivo in più per allacciare buoni rapporti. Non si parla mai di Schachner in quell’incontro: resta il fatto che Boniperti sa di Schachner e Lugaresi sa che Boniperti sa.

I primi abboccamenti telefonici della trattativa erano stati incoraggianti, resta da definire il conguaglio in lire. Parte Boniperti, via al match.

«Allora Lugaresi, quanto lo valutiamo questo ragazzo?».

«A un dato momento Bonini è bravissimo e farà bene anche da voi. Mi dispiace darlo via, lui vale almeno due miliardi».

«Ma no, è troppo».

«A un dato momento direi di no, questo è proprio bravo».

«Facciamo 800 milioni più Verza e Storgato».

«A un dato momento noi vogliamo avere buoni rapporti con voi per fare affari anche in futuro».

«Anche noi, come no. State lavorando bene: Cesena è una realtà interessante».

«Facciamo un miliardo più i due giocatori».

«Ma no, così è troppo».

«Ma a un dato momento, cosa sono 200 milioni in più? Sarà l’inizio di una bella collaborazione».

«Va bene, giusto per avviare i rapporti. Affare fatto».

Due anni dopo, Walter Schachner andò al Torino per tre miliardi più i cartellini di Cuttone e Bonesso e il prestito di Cravero. Questo perché Boniperti sapeva tutto di calcio, ma di fronte aveva uno che quando c’era da vendere mandava a scuola tutti. (Grazie a Massimo Bonini per la preziosa consulenza)

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