House of Rock, note ad alta intensità: De Piscopo e i 60 anni live di Daniel

A settantotto Tullio De Piscopo non perde la voglia e l’energia di suonare dal vivo, ed è ancora in tour; pochi giorni prima di una data importante all’Auditorium della musica di Roma potremo vederlo all’House Of Rock di Rimini, domani, venerdì 22 alle 22.15.

Un pezzo di storia della musica

Il grande batterista napoletano, che ha percorso gli ultimi cinquant’anni di storia del rock, del jazz, del blues e del pop italiano, torna sul palco per suonare i suoi grandi successi “Stop bajon”, Pummarola blues” e, soprattutto, “Andamento lento”, insieme ad alcune chicche come l’assolo “Drum conversation”, dedicato a Pino Daniele, e pezzi di maestria a batteria e percussioni.

Il sabato sera

Sabato 23 marzo alle 22.15 in main room doppio omaggio alla canzone italiana con i Viale Mazzini, la più conosciuta tribute band italiana di Mina, e con Sasha Torrisi che canta Lucio Battisti.

In sala loft musica e balli country con i Wild Angels.

Daniel Angelini, 60 anni di rock

Domenica 24 si comincia invece alle 19.00 per una lunga serata celebrativa dei sessant’anni di carriera di uno dei chitarristi romagnoli più conosciuti, vera star del mondo live riminese: Daniel Angelini.

Per festeggiarlo ci saranno moltissimi musicisti e band, tra cui Rangzen, Filippo Malatesta e Miami & The Groovers.

Gli inizi a soli 16 anni

Ripercorriamo insieme al chitarrista viserbese la sua lunga carriera: «Ho cominciato a suonare a sedici anni – racconta Daniel –, il 5 dicembre del 1964 a Madonna di Campiglio con dei professionisti che avevano dieci anni più di me, e non ho più smesso. Negli anni Settanta c’è stato il boom delle discoteche, ma non c’era ancora la figura del dj, ed eravamo noi, con le mie band, che facevamo ballare la gente. Poi il panorama cambiò ancora, con l’avvento dei cantautori, e fu uno di loro, Ivan Graziani, che mi chiese di suonare con lui. Sono stato con Graziani quattro anni, dal 1979 al 1983, poi ho deciso di mettermi in proprio, proponendomi come solista nei pub riminesi che stavano nascendo, ma in cui c’erano solo pianobar, non rock band. È stata un’esplosione, che mi ha portato in tutta Italia e in Europa, ma purtroppo non ho potuto accettare l’offerta del Piper di Roma, che mi aveva invitato quando ero sotto contratto in un altro locale. Sono stato però in Belgio, Germania, moltissimo tempo in Svizzera, e perfino a Tallinn, in Estonia».

Dopo aver prestato per tanto tempo la sua chitarra a Ivan Graziani, all’House of Rock ci sarà anche suo figlio, il batterista Tommy Graziani: che effetto fa?

«Non è la prima volta che succede. Tommy era giovanissimo quando ha cominciato a suonare con me nei pub, e ha in qualche modo fatto innamorare della batteria anche mio figlio Donatello, con cui poi abbiamo formato il duo Father & Son. È stato proprio Donatello a organizzare la serata di domenica, per la quale ringrazio lui e lo staff dell’House of Rock. Da un po’ di tempo gli dicevo con un certo stupore che ero arrivato a sessant’anni di carriera, ma non mi aspettavo certo una festa così. Sarà bellissimo vedere tutti i musicisti e le band che ho visto nascere; venivano ai miei concerti, e spesso li facevo salire sul palco, quindi posso dire di averli almeno un po’ influenzati, e sarà strano che tutti vengano a festeggiarmi».

Dopo sessant’anni il fuoco del rock è quindi ancora vivo.

«Sempre di più. Ho avuto questo fuoco fin da bambino, e invece di spegnersi si ravviva».

Informazioni e prenotazioni: www.houseofrock.it

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