Schede sim intestate a ignari clienti per evitare le intercettazioni, indaga la Procura di Rimini. Perquisito il negozio degli 007 a San Marino

Rimini

L’indagine è destinata ad allargarsi a macchia d’olio e probabilmente nei prossimi mesi si aggiungeranno nuove denunce. Per il momento il centro di questa “spy story” - è il caso di dirlo - è un famoso negozio di San Marino. Perquisito dalla polizia giudiziaria sammarinese, infatti, su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana il super-store degli “007” di Dogana. Sono conosciuti come il negozio degli investigatori, specializzati nello spionaggio e nel contro spionaggio. Punto Spy aperto nel 2003 a Dogana di San Marino a pochi chilometri da Rimini da 20 anni vende a clienti italiani e esteri strumenti dedicati alla rilevazione di congegni per l’intercettazione, microcamere occultate, visori notturni ed anche abbigliamento di vario tipo replicante i più famosi loghi delle Forze Armate di tutto il mondo. Sistemi per la localizzazione ed il tracciamento impiegabili su mezzi in movimento, persone o oggetti. Insomma tutte quelle dotazioni che si vedono nei film di spionaggio. Per la Procura della Repubblica di Rimini, (l’indagine è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica, Davide Ercolani, ed affidata alla Squadra mobile di Rimini, del commissario capo Marco Masia), vi sarebbero una serie di ipotesi di reato. Per cui sulla base della convenzione di buon vicinato e assistenza giudiziaria tra Italia e San Marino, il commissario della legge Roberto Battaglino, ha accolto la richiesta con rogatoria autorizzando la perquisizione nei locali dello store di Dogana.

Le indagini

Secondo, la Procura di Rimini, sarebbero stati commessi reati come sostituzione di persona, trattamento illecito di dati personali, falso materiale, truffa, falso e ricettazione. Cinque le persone indagate a vario titolo. La pista principale sarebbe quella della sostituzione di persone sulle sim telefoniche. In pratica le schede delle linee telefoniche dei cellulari venivano attivate con i nominativi di ignari clienti ma utilizzate da terze persone. Così che le conversazioni o i messaggi su quelle utenze non sarebbero mai potuti essere intercettati. Una pratica molto comune nelle manovre di controspionaggio. La perquisizione effettuata dalla polizia giudiziaria del Tribunale Unico di San Marino che ha dato comunicazione all’avvocato difensore Filippo Cocco è stata effettuata la scorsa settimana e aveva come oggetto proprio il sequestro delle schede sim.

La difesa

La tesi difensiva starà tutta nella diversa normativa sammarinese dove ad esempio le intercettazioni telefoniche non sono ammesse neanche se autorizzate dall’autorità giudiziaria. Del resto sul sito dello store “Punto Spy” la filosofia del marchio viene specificata «Da San Marino, antica terra di libertà - si legge -, ma anche area commerciale vincente sia per la sua autonomia legislativa, la qualità dei suoi collegamenti logistici e la sua privilegiata collocazione geografica. Proprio qui, in questa celebre Repubblica, Punto Spy ha la sua sede e da qui quotidianamente partono i suoi prodotti per il mercato globale». Al momento, l’indagine non è conclusa, ma si è già estesa a tutta Italia e probabilmente si aggiungeranno altri indagati e denunce.

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