Rimini, minorenni alla ricerca del lavoro perduto: «L’apprendistato non penalizza nessuno»

Rimini

«La circolare sull’apprendistato? Non danneggia gli imprenditori né tanto meno i ragazzi». Lo sottolinea con forza la segretaria generale della Flc Cgil Rimini, Simonetta Ascarelli, basita «che gli adulti non facciano quadrato per educare le nuove generazioni al rispetto delle regole». Non si tratta, rimarca infatti, di un giro di vite per tarpare le ali ai minorenni, privandoli di opportunità lavorative, ma di un aiuto per costruire il futuro di ognuno in coerenza con il percorso scolastico.

«Serve un pizzico di chiarezza - esordisce Ascarelli -. Quest’anno i minori possono lavorare esattamente come l’anno scorso. La circolare, emanata il 7 agosto 2023 dall’Ispettorato del lavoro, non ha modificato una norma esistente ma solo fatto chiarezza sui contratti di apprendistato che, ricordiamolo, risultano agevolati e consentono agli imprenditori di beneficiare di sgravi contributivi e fiscali».

“No restrizioni, solo tutele”

In buona sostanza le regole messe nero su bianco «intendono garantire condizioni compatibili con una particolare fase di crescita, quella dei minori, rispettando altresì la formazione scolastica di partenza». Tradotto: un liceale e uno studente dell’Alberghiero coltivano sogni diversi. Ecco perché è assurdo mettere in discussione principi di garanzia sulla salute e sicurezza che per i minorenni prevedono, ad esempio, un limite alle ore giornaliere di lavoro o alla movimentazione dei carichi.

Stessi principi sacrosanti, insiste, vietano il lavoro notturno o la somministrazione di bevande alcoliche. Dinamiche che, ribadisce ancora Ascarelli, tutti gli adulti che affiancano gli adolescenti in quest’esperienza - dai genitori ai tutor sino ai datori di lavoro - dovrebbero difendere a spada tratta.

Tornando sul contratto rammenta che va finalizzato, puntando su un investimento in termini formativi nel settore che interessa al ragazzo. La domanda da porre agli aspiranti dipendenti suonerebbe così: “Vieni a lavorare qui per guadagnare qualcosa d’estate o perché è il tuo sogno professionale?”. Secondo il sindacato è questo il discrimine che dovrebbe aiutare l’imprenditore a realizzare un investimento corretto in termini di forza lavoro nonché di formazione, peraltro obbligatoria. Da qui l’invito a scindere piani diversi. La difficoltà a reperire personale non va addebitata alle regole da rispettare. Scorretto, proseguono dalla sigla sindacale, anche additare il sindacato «come un organismo che in modo retrogrado mantenga degli status, mentre richiama solo il rispetto delle regole». Meglio concentrarsi sul futuro perché dalle ricerche internazionali emerge che l’Italia è in forte criticità dal punto di vista della formazione, da continuare peraltro per tutta la vita lavorativa, «quindi - va al punto la segretaria Flc Cgil - non è liberando le mani degli imprenditori dagli obblighi formativi che si raggiungeranno quelle professionalità di cui il Paese ha bisogno. Ingeneroso, infine, ridurre a un polpettone una vicenda che meriterebbe di essere trattata in maniera più puntuale».

Il ruolo della scuola

Il lavoro è un’esperienza di vita, conferma Ascarelli, e come tutte le esperienze di vita ha in sé una valenza educativa e un sindacato che fonda la propria attività sul valore del lavoro non può disconoscere quest’aspetto.

Tradotto? Una formazione specifica è essenziale per diventare un professionista qualificato in futuro ma anche tornare a scuola a settembre più preparato per poi conquistare il diploma con un indiscutibile quid in più. «Bisogna che gli imprenditori si mettano d’accordo con se stessi - tira le fila Ascarelli -. Che siano tutti virtuosi, come sostengono, purtroppo non corrisponde alla realtà dei dati sotto gli occhi di tutti, fermo restando che sono le norme a regolare i rapporti all’interno della società non la bontà degli individui».

Triste, a suo avviso, dimostrare memoria corta sull’azione della scuola. Scuola che, conclude, s’impegna tutti i giorni per insegnare in maniera leale agli allievi il rispetto delle regole e dei ruoli. Uno sforzo che dovrebbe convincere l’intera comunità degli adulti «degli obblighi educativi da assolvere, tutti assieme, nei confronti dei giovani».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui