Rimini, Lorenzo Biagetti: “Cucino, mangio e non amavo i social, ma ora da grande mi vedo food blogger”

Rimini

«L’attività di famiglia? No grazie, preferisco fare il food blogger». Intendiamoci. Non che Lorenzo Biagetti - 23 anni, un’adolescenza trascorsa tra i fornelli del ristorante pizzeria Da Biagio e le aule dell’istituto alberghiero Savioli (Riccione) - non ami il locale che porta il suo stesso soprannome. E che, tra le altre cose, è stato insignito del riconoscimento di bottega storica. All’opposto, Biagetti trascorre lì tutti i fine settimana. «Do una mano a mio padre e mio zio, gli attuali titolari - spiega il food blogger -. Il ristorante, che appartiene alla mia famiglia da generazioni, ha subito vari passaggi di consegne. Io, però, sto cercando di percorrere un’altra strada».

E la strada è quella che maggiormente si confà a un giovane della sua età. Con quasi 4mila fan su Instagram - di cui 3mila racimolati solo da novembre ad aprile - e oltre 25mila likes su TikTok, il destino del 23enne sembra più che segnato: «Vorrei diventare un food blogger a tempo pieno. Nei miei contenuti, però, dovrà sempre esserci un pezzettino della mia Rimini».

Biagetti, partiamo dal principio: a cosa deve il suo amore per la cucina?

«Oltre al ristorante di famiglia, credo che molto abbia contribuito il mio essere una buona forchetta. Mi sono sempre trovato nel mondo del cibo. Non a caso, ho scelto di frequentare l’istituto alberghiero. Amo cucinare, specie le ricette romagnole. Tra l’altro ho da poco pubblicato un video in cui confronto la piada di Cesena e quella di Rimini».

A questo proposito, quando nasce la sua attività sui social?

«Era novembre. Fino a quel momento ero sempre stato l’anti-Instagram, 500 followers a malapena. Poi, complice il fatto che ho scoperto la passione per l’editing e per i video, ho deciso di cimentarmi in questa sfida. Che dire: ho scoperto un mondo che non mi sarei mai aspettato».

Non ha pensato di proseguire gli studi?

«Ci avevo provato, all’inizio. Mi ero iscritto al corso di Tecnologie alimentari a Cesena. Poi, a 20 anni, ho avuto il classico “blocco” che si attraversa a quell’età. E ho capito che studiare non faceva per me. Ora faccio due lavori: sono istruttore di beach tennis e lavoro nel locale di famiglia. Nel tempo libero: food blogger».

Dica la verità, sogna di trasformare questa attività nel suo “core business”?

«Vorrei tanto. I margini ci sono tutti. Ho avuto una crescita di sostenitori esponenziale. Considerando che, da parte mia, non c’è stato nessun investimento. Solo tanta passione, buona volontà e ore di tempo. Pensi che realizzare ed editare un video, alle volte, mi porta via anche mezza giornata. Ma lo faccio con entusiasmo. È anche vero che alcuni locali stanno iniziando a chiedermi di far loro pubblicità. Devo ancora comprendere come approcciarmi alla cosa. Sicuramente sarebbe un primo passo per trasformare questo hobby in un’attività che sia anche remunerativa».

Di cosa trattano i suoi contenuti?

«Ho iniziato con video di ricette. Poi, man mano, ho sperimentato altri format: recensioni di pasti al ristorante, nuovi locali che aprono e che testo personalmente, eventi e fiere con al centro il cibo. A Rimini, di recente, si è tenuto lo “Street food truck festival”. Mi ci sono fiondato. Mi capita anche di spostarmi fuori città. Ma sono consapevole che la resa, poi, non è la medesima».

In che senso?

«Qui a Rimini mi sento a casa mia. Ecco perché, quando posso, cerco sempre di inserirla nei miei contenuti. Mi concentro sulle sue tradizioni, sulla sua proposta culinaria, sui suoi locali. Più riesco a far entrare Rimini in quello che faccio, e più sono felice».

Che cosa le piace dell’essere un food blogger? E qual è, se si può sapere, il parere dei suoi genitori?

«L’assoluta libertà che ti dà, nonché la possibilità di sfogare in lungo e in largo la mia vena creativa. Posso comunicare quello che voglio e nel modo che voglio. Non è grandioso? I miei genitori sono entusiasti. Certo, l’idea che io potessi finire dentro il locale di famiglia c’era. Ma da parte loro ho il massimo supporto».

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