Rimini, caos medici di famiglia: «Cartelle informatiche ancora tutto bloccato»

Rimini

Cartella informatica in tilt, sanità ferma e computer congelati.

A due giorni dall’inizio dei disservizi monta la protesta di Pietro Pesaresi, presidente per la provincia di Rimini di Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), che si fa portavoce tanto dei pazienti quanto dei camici bianchi a cui è impossibile accedere ai servizi online.

Circostanza che ha dilatato in modo importante i tempi di attesa e costretto i sanitari a rattoppare i buchi col ritorno al formato cartaceo.

Pesaresi, ci può spiegare cosa sta succedendo?

«Anche lunedì scorso, come si verifica purtroppo ad ogni inizio di settimana, i medici di famiglia hanno trovato la cartella informatica bloccata, appena varcata la soglia dell’ambulatorio. Una criticità che peraltro prosegue anche nella giornata odierna (ieri, ndr). Che dire? Oltre al danno la beffa: è questa la sintesi migliore visto che, nel frattempo, l’azienda ASL si fa bella aprendo nuovi Cau, i cosiddetti Centri di assistenza urgenza. A mio avviso, un servizio assolutamente ridondante che nei festivi ha preso il posto della continuità assistenziale, mentre nei feriali a tutt’oggi non ha affatto sgravato i pronto soccorso da file e attese, come era stato promesso».

Tornando alla problematica in corso, secondo lei da che cosa dipende questo blocco informatico?

«Non disponiamo di alcuna giustificazione documentata. Ogni volta chi di dovere ripete che “stanno lavorando per noi”. Senza aggiungere nient’altro».

Oltre ai pazienti, chi deve fare i conti con questo disguido?

«Tutti i medici di famiglia che hanno la cartella clinica regionale. Una cartella che, è bene ricordarlo, a Rimini è utilizzata in modo massiccio molto più che altrove e sin dal 2017. Con il senno di poi, possiamo riconoscere che affidarsi al progetto regionale è stato un vero errore da parte nostra, tanto più perché adesso è molto difficile invertire la rotta, in particolare per il contesto riminese che al 100% è dotato, come detto, della cartella clinica informatica regionale».

Quali sono le conseguenze del caos?

«Si crea un blocco sia delle ricette che delle impegnative dematerializzate che quindi devono essere stampate una per una e poi prelevate a mano, anziché inserite sul fascicolo sanitario elettronico del paziente. Qualunque prestazione, quindi, ha subito notevoli rallentamenti e non è tutto. Finisce in blocco totale anche la digitalizzazione di ricette e impegnative per esami, visite specialistiche e molto altro. Uno scenario che ormai si registra con sempre maggior frequenza, anzi a intervalli di pochi giorni. In pratica lottiamo con un fenomeno presente da anni ma in costante peggioramento e la situazione crea disservizi a pioggia a medici e pazienti. Tra questi ultimi patiscono di più per gli stop a singhiozzo gli anziani, che hanno meno possibilità di spostarsi in modo autonomo, ma anche i più giovani in quanto lavorano e hanno poco spazio di manovra quanto a tempo libero. La morale invece è la stessa: tutto il vantaggio della digitalizzazione a cui è stata sottoposta la pubblica amministrazione va in fumo. Quanto ai dottori sono esasperati e furiosi».

A suo avviso esiste una soluzione percorribile?

«Basterebbe investire qualche soldo in più nel digitale, ma temo che sia solo un miraggio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui