Martina Manescalchi: “Camerieri-robot, tariffe e reputazione: ecco come l’intelligenza artificiale aiuterà il turismo”

Rimini

«Che se ne farà un hotel dell’intelligenza artificiale se i materassi sono scomodi, i phon antidiluviani e il personale poco preparato?». Fa il punto sull’uso dell’AI nell’ospitalità romagnola e invita a tenere i piedi per terra la toscana di origine ma riminese di adozione, Martina Manescalchi, consulente e formatrice nel settore alberghiero, docente e autrice di saggi e manuali.

Manescalchi, l’Intelligenza artificiale può suggerire servizi aggiuntivi o esperienze in relazione alle preferenze del cliente. Ma così la privacy non va a farsi benedire?

«La privacy è già andata a farsi benedire quando abbiamo comprato il primo smartphone, forse anche prima. Usati nel modo giusto, molti strumenti basati sull’AI ci aiuteranno a lavorare meglio a patto, però, di avere una strategia e degli obiettivi ben definiti».

Frontiere dell’AI utili in Riviera?

«Le novità più considerevoli riguarderanno gli strumenti usati ogni giorno dagli albergatori per promuoversi, migliorare la reputazione e gestire le prenotazioni e le tariffe in modo da non farsi sorprendere dal mercato. Penso per esempio a campagne online in grado di intercettare meglio le esigenze di un turista che voglia scoprire la variegata offerta della Romagna. Una maggiore profondità nell’analisi dei dati e la capacità di proporre soluzioni sempre più personalizzate grazie all’AI rappresenta una sfida e una grande opportunità per tutta la destinazione».

#getAltImage_v1($tempImage)

I robot di servizio hanno un senso in Romagna dove l’ospitalità è apprezzata in quanto genuina?

«I camerieri-robot, che esistono da diversi anni, sono il mito estremizzato dell’AI ma se gli strumenti sono in grado di svolgere determinati compiti al posto dello staff dell’hotel, questo avrà più tempo da dedicare alle relazioni umane e alle attenzioni per gli ospiti, aspetti per cui la Romagna si è fatta conoscere in tutto il mondo. Tradotto: se non si cade in una delega eccessiva allo strumento, l’accoglienza non potrà che trarne giovamento».

In Romagna l’AI è molto impiegata?

«Molti imprenditori dell’ospitalità hanno compreso le opportunità in arrivo. Vedo un grande fermento, per esempio, rispetto all’interesse delle funzionalità di ultima generazione dei software, nonché verso tutte le novità tecnologiche. Quello che auspico, invece, è che l’approccio sia costruttivo e che non si pensi agli strumenti basati sull’AI come a una sorta di “bacchetta magica”. Mi stupisce, a volte, l’eccessivo interesse nei confronti degli strumenti in quanto tali perché, al contrario, vanno messi sempre al servizio della strategia. Alla fine sarà questo l’approccio che farà la differenza, unito all’attenzione al prodotto, che deve andare di pari passo all’uso della tecnologia. Cosa se ne farà un hotel dell’intelligenza artificiale se, per esempio, i materassi sono scomodi, i phon malfunzionanti e il personale poco preparato? La sensazione è che chi ha sempre lavorato bene lavorerà ancora meglio e andrà ad aumentare il divario con chi, barcamenandosi a fatica tra gli innumerevoli strumenti a disposizione senza sapere che farsene, non farà che amplificare la propria inadeguatezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui