Il Bagnino d’Italia va in tour: «Promuovo Rimini e la Riviera»

Rimini

«Così promuovo il turismo romagnolo, ecco il mio tour 2.0.». Al bagno Tiki 26 è boom di prenotazioni per l’estate imminente con numeri che girano sul 60-70% ma non è un caso.

Si tratta del frutto di politiche di marketing e comunicazione accorte e appassionate messe a terra dai tre soci: Alberto Bianchi e i cugini Fabrizio e Gabriele Pagliarani.

Una progettazione su cui alza il velo, proprio quest’ultimo ribattezzato anni fa “il bagnino d’Italia” da una cliente di Bologna sorpresa di vedere il suo sorriso tutto l’anno, immortalato dalle riviste e dai programmi televisivi di cui è spesso ospite.

Pagliarani, cos’è il Tour del bagnino d’Italia?

«Un’idea sviluppata con i miei soci subito dopo l’alluvione, con l’obiettivo di rilanciare il turismo romagnolo. Ho viaggiato da giugno a settembre, dal lunedì al venerdì, macinando chilometri in auto assieme a mia figlia 26enne Agnese che si è laureata col massimo dei voti in Scienze della comunicazione presso l’ateneo di Reggio Emilia. Siamo partiti da Lignano Sabbiadoro in Friuli per arrivare sino a Santa Maria di Leuca in Puglia all’incrocio tra Mar Ionio e Mare Adriatico. Un tour, il nostro, che consiste nella visita ad altri stabilimenti balneari per realizzare contenuti social che in seguito vengono postati sulle nostre pagine. L’incontro si struttura in una breve intervista ai colleghi condita con qualche gag divertente in spiaggia. Ogni video riscuote un grande successo e porta nuovi villeggianti non solo nel mio stabilimento ma a pioggia in tutta la Riviera. Come ciliegina sulla torta non stonerebbe qualche altro collegamento aereo con la Germania ma non dubito che sarà organizzato presto».

Sua figlia si occupa dei social?

«Agnese è l’addetta alla comunicazione del Bagno 26, un fronte che non sottovalutiamo affatto. Ho 61 anni e faccio il bagnino da quando ne avevo 24, il che significa che ho incrociato almeno tre generazioni di clienti. Con una costante. Non ci siamo mai adagiati sugli allori ma abbiamo seguito le mode e stravolto lo stabilimento più di una volta per adeguare il passo con i tempi».

Cosa bolle in pentola per questa stagione?

«Abbiamo in programma viaggi in Sardegna, Sicilia, Calabria e Isola d’Elba, per cui ci imbarcheremo su traghetti e aerei, stando via anche nove giorni alla volta».

Chi finanzia questo progetto?

«Il Bagno 26 secondo un budget stabilito su cui preferisco mantenere il riserbo. Detto questo non chiedo un soldo a nessuno, né tantomeno pernottamenti gratuiti. Giro con mia figlia solo per scoprire realtà e caratteristiche di altri lidi e a mia volta condivido le nostre tradizioni. Il nostro diventa una sorta di gemellaggio arricchito da un continuo scambio di idee. In questo senso non mi espongo come titolare del mio stabilimento ma racconto più in generale le meraviglie delle spiagge italiane difendendo l’impegno di tutti i balneari in un momento reso complicato dalle direttive della Bolkenstein. L’obiettivo è dimostrare che l’Italia, un luogo meraviglioso dove innovazione e tradizione si fondono, è bella da visitare in lungo e in largo. Sono soltanto una goccia nel mare, lo so, e va da sé che non ho il monopolio di quest’iniziativa, chiunque può scendere in campo per dare una mano. Le idee piccole e grandi però crescono a dismisura, ad esempio porto in giro un cartonato che mi raffigura ma ha una cavità al posto della testa: va a ruba per i selfie. E non mancano altre soddisfazioni».

Quali?

«Ormai sono io a ricevere inviti dagli stabilimenti e il 14 di agosto sarò nel Lazio a Fregene per premiare i vincitori di una gara di voga che vedrà sfidarsi i salvataggi di tutta la Penisola. Nel mio piccolo do visibilità alla Riviera con ricadute a pioggia anche su altri comparti: dalla ristorazione al settore alberghiero».

La promozione turistica si arresta d’inverno?

«In realtà no, perché mi reco nei supermercati a parlare della Romagna portandomi dietro una cabina di legno che pubblicizza il mio tour».

La riconoscono quando è lei il turista?

«Alcuni giapponesi mi hanno chiesto la foto sul Canal Grande a Venezia. Ero riconoscibile per il solito look in braghe e canotta ma non lo nascondo: la situazione mi ha fatto un immenso piacere».

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