Ravenna, per difendere la costa una barriera corallina creata con le ostriche

La barriera corallina costituita dalle ostriche per creare una difesa della costa «che non sia rigida, come tutti i modelli fin qui adottati, ma che invece riprenda le dinamiche di adattabilità proprie della natura». Il progetto è stato approfondito, dopo i dati conferiti dall’assessora Annagiulia Randi nella mattinata, anche nel pomeriggio con un talk show dal taglio scientifico che ha visto protagonisti, nello stand di Arter, parlare dell’intervento, attivato dallo scorso luglio, per la protezione della costa e l’aumento della biodiversità alla foce del torrente Bevano, e che vede il coinvolgimento di Università di Bologna, Comune di Ravenna, Fondazione Flaminia, Parco del Delta del Po, Proambiente scrl e l’associazione Reef Check Italia ETS. Sull’argomento si sono confrontati Andrea Valentini (Decade Collaborative Centre for Coastal Resilience, Unibo), Massimo Ponti e Renata Archetti (Università di Bologna) su un progetto, Life NatuReef, che vedrà posizionare 4000 m2 di banchi di ostriche e sabellarie oltre ad attivare specifici interventi di protezione della pesci e fauna marina bentonica. Grazie ad un cofinanziamento della Commissione europea sarà così possibile un ripristino ambientale di habitat scomparsi ma soprattutto «protezione costiera e adattamento con una soluzione “nature based”, ossia che riprende le dinamiche della natura», ha spiegato Archetti. Il tipo di «resilienza di cui abbiamo bisogno, per una soluzione che abbiamo attuato a livello sperimentale e abbiamo visto che funziona» ha aggiunto Ponti, descrivendo una pianificazione che avrà anche una sua parte di rilevanza economica «visto che andremo tutto sommato a posizionare delle ostriche. È giusto che siano coinvolti anche i pescatori in questa operazione - ha aggiunto Valentini -, perché è la categoria tra le più colpite dai cambiamenti climatici».