Ravenna, Omc: si parte, con il ministro dell’Ambiente - Gallery










Niente taglio del nastro per motivi di sicurezza, poi via ai lavori per Omc 2023 a Ravenna, con l’intervento del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia Gilberto Pichetto Fratin.
“Il veicolo energetico - ha detto Pichetto Fratin - può essere uno degli elementi di compensazione nel trovare percorsi di decarbonizzazione a livello mondiale e per intervenire in aiuto delle realtà più arretrate”. È questa secondo il ministro la grande sfida di Cop 28, dopo che a Cop 27 è emersa “la grande contrapposizione tra i Paesi più in difficoltà e quelli più ricchi”. Il ministro sottolinea che la città rappresenta “un crocevia energetico”, tra gasdotto adriatico, rigassificatore in arrivo, eolico offshore e fotovoltaico. In campo energetico, argomenta il ministro, “l’obiettivo nazionale deve tenere conto di un quadro completamente cambiato”, con nuova centralità all’Italia e al Mediterraneo: il gas, in gran parte dalla Russia, faceva “la parte del leone” prima della guerra con l’Ucraina e si era rinunciato al prelievo nazionale. Dopo di che è stata messa in campo “un’azione di diversificazione”: l’Algeria ora è il primo fornitore poi ci sono la Libia e il tap verso l’Azerbaigian che garantisce 10 miliardi di metri cubi. Dunque “abbiamo le pipeline”, senza dimenticare Tarvisio e Passo Gries, e si agisce anche sui rigassificatori che “possono garantire un approvvigionamento diversificato”. Ai “tre storici” si è aggiunto Piombino e poi toccherà a Ravenna, ma ci sono “previsioni” anche per il sud Italia. Anche perchè, spiega il ministro, non si tratta solo di consumo nazionale, anche di esportazione. Da questo punto di vista ci sono “contatti avviati” con Austria e Baviera e anche “l’impegno di solidarietà per acquisti comuni”.
La sfida della CO2 e delle infrastrutture
Il progetto della CO2 che si svilupperà con uno snodo logistico che vedrà giungere l’anidride carbonica anche via treno e via nave, per stoccarlo nei giacimenti esausti di metano. L’alleanza col know how locale per vincere la sfida del rigassificatore. L’idrogeno verde come grande opportunità per lo sviluppo. È una Ravenna al centro del cambiamento sul fronte della transizione energetica, quella descritta ieri al teatro Alighieri per l’anteprima di Omc. Un ruolo che viene conferito esplicitamente, in quella che è stata la giornata introduttiva della 30esima edizione della fiera dell’energia. E ciò non accade solo attraverso l’introduzione istituzionale, che la presidente di Omc, Monica Spada, ha diretto evidenziando la «vocazione di Ravenna a capitale italiana dell’energia». Questa funzione si esprime passando in rassegna, nelle relazioni dei vari ospiti e negli interventi in due panel di confronto, le varie esperienze di rilevanza nazionale o internazionale che nella città romagnola stanno sviluppandosi. Di Ccs, ovvero di cattura e stoccaggio della CO2, ha parlato innanzitutto l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier. Da parte dell’azienda che, in alleanza con Eni, svilupperà il progetto sulla captazione dell’agricoltura a Ravenna è giunta l’analisi «parlando nella casa della storia del gas italiano», di come il metano viaggi «su infrastrutture che opportunamente gestite possono trasportare anche biometano, idrogeno e - in prospettiva - CO2 da stoccare, per rendere il sistema più resiliente, flessibile e quindi rendere le infrastrutture di oggi a prova di futuro». Un sistema integrato, pertanto, che nelle parole dell’ad della società che gestisce la rete gas italiana vedrà in Ravenna un asse coinvolto non solo per il progetto della Ccs, ma anche come snodo della «dorsale Adriatica. Il SoutH2 Corridor, corridoio dell’idrogeno verde che dal Nord Africa arriverà fino in Germania, passerà proprio da qui, al servizio della decarbonizzazione dei poli industriali di Ravenna e Ferrara (Cabot, Confidential Herambiente, Marcegaglia, Polynt, Versalis e Yara) ma anche di tutto il resto della Regione a partire dai distretti ceramici», ha spiegato Venier. Città dei mosaici che «del mosaico energetico nazionale - ha ricordato ancora l’ad Snam - aggiungerà anche la tessera del rigassificatore». Ambito rispetto al quale Fabrizio Botta, Cco di Saipem, chiarisce come «senza un’alleanza, una partnership attuata con Rosetti e Micoperi un’impresa come quella della creazione dell’infrastrutturazione per la Fsru, nei tempi dati, non sarebbe stata possibile». Sull’evoluzione del progetto riguardante la cattura della CO2, invece, entra Luca De Caro, direttore del Distretto centro-settentrionale di Eni, che rileva come lo sviluppo di quell’opportunità a Ravenna partiva da tre vantaggi, vista la presenza «dei giacimenti esausti di metano, delle infrastrutture esistenti di collegamento e delle competenze qui disponibili». E che lo sviluppo della Ccs si avvarrà di un «hub logistico, una piattaforma che vedrà giungere la CO2 via terra e via nave, per una realtà che diventerà fondamentale per tutto il Mediterraneo». Un’opportunità che viene vista come fondamentale anche dal direttore dello stabilimento ravennate di Marcegaglia, Aldo Fiorini, che ha esplicitato come la partita sia parallela a quella relativa all’idrogeno: «Oggi però mancano le infrastrutture e il permitting su questo fronte, fondamentale per sostituire il metano con una risorsa green - conclude il vertice dell’industria di via Baiona -. Bisogna correre, tutti assieme, per vincere la scommessa della decarbonizzazione».