Romagna terra dei motori, dai circuiti cittadini degli anni ‘60 alla “Panoramica” sulla scia del “Sic”, Valentino Rossi e dei tanti altri campioni delle due ruote

Itinerari
  • 03 aprile 2024

il nostro viaggio inizia da qui, dalla rotatoria che per anni è stata la Rotonda del Grand Hotel dove, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, nei mesi che anticipavano l’apertura della stagione balneare, si svolgeva il Gran Premio Città di Rimini, una delle quattro corse su due ruote che, con Cesenatico, Milano Marittima e Riccione, costituivano quella che la storia ci ha tramandato come l’epopea della Mototemporada Romagnola. Era l’evento simbolo che, con la partecipazione di tanti campioni di quel periodo, legava la passione dei romagnoli per la moto a quella del turismo. Quella del Grand Hotel era la curva più veloce di questo circuito stradale folle che da piazzale Kennedy, tra una fila di improbabili balle di paglia e migliaia di spettatori, arrivava veloce fino a piazzale Boscovich e, da lì, al faro. Noi invece proseguiamo lungo il porto per arrivare seguendo il tracciato della vecchia circonvallazione alla Colonnella per un omaggio a Renzo Pasolini, lo sfortunato quanto bravo campione riminese scomparso nel tragico incidente del maggio 1970 a Monza, che un busto da qualche anno ricorda a pochi metri dall’officina di famiglia dove accanto al padre aveva iniziato ad amare la moto e conoscerne i segreti. Rimini e Renzo Pasolini, ma anche città natale di Pierpaolo Bianchi (3 volte campione del Mondo classe 125) così come di alcuni degli attuali protagonisti del mondo delle corse, come Enea Bastianini (ufficiale Ducati MotoGP) e Marco Bezzecchi (VR46) ma anche, per rimanere solo a Rimini, di piloti come Matteo Ferrari (campione del Mondo MotoE 2019), Mattia Casadei (campione del Mondo MotoE 2023), Stefano Manzi (Yamaha Ssp) o Michael Ruben Rinaldi (ufficiale 2023 Ducati Sbk).

Non sono tanti i chilometri necessari per andare a conoscere un altro dei nostri campioni che, ormai a distanza di anni dalla scomparsa durante il gran premio a Sepang nel 2011, con la sua breve vita ancora sa raccontare tanto del sentimento che lega i romagnoli alla moto. Ed è così che, lasciata alle spalle la magnificenza dell’Arco d’Augusto, eccoci pronti per la prima tappa fino Coriano, a poco più di 10 km, dove è nato Marco Simoncelli. Una personalità che continua a far sì che, specie nei giorni dei Gran Premi, siano molti gli appassionati che salgono fin quassù per un omaggio alla stele che lo ricorda e magari a riviverne la vita nelle sale della “Storia del Sic”. Sì, perché il Misano World Circuit, oggi intitolato proprio a Marco Simoncelli, è vicinissimo una decina di km appena. Un circuito nato negli anni ’70 all’indomani dell’incidente mortale di Angelo Bergamonti (Mv Agusta) a Riccione, quando fu chiaro che non sarebbe stato possibile proseguire con le corse sui circuiti stradali cittadini per la loro pericolosità. Da allora, sono stati fatti passi avanti giganteschi e non è un caso se oggi il Misano World Circuit “Marco Simoncelli” sia tra gli impianti sportivi dedicati ai motori più sicuri e apprezzati al mondo.

Vi arriviamo dopo aver toccato l’antico borgo di San Clemente, nelle cui vicinanze ha vissuto per lungo tempo Nicolò Bulega (ufficiale Ducati Sbk) ed è quasi un fatto naturale quello di incontrare al centro della rotatoria in località La Cella anziché un albero una Ducati 998 “Troy Bayliss replica” sotto una teca protettiva. Poco oltre ecco la Riccione di Mattia Pasini (Moto2) e solo poco più avanti la città di Cattolica di Niccolò Antonelli (Moto2) col suo elegante lungomare. Al di là del porto di Cattolica, sulla banchina di destra del Tavollo, ci sono le Marche e la “Panoramica” che dalla Gabicce delle discoteche degli anni ’90 sale su in alto verso il monte da cui lo sguardo può spaziare sul panorama stupendo della Riviera romagnola fino a Rimini e oltre. La “Panoramica”, che seguendo dall’alto la costa copiando dolcissime curve e tornanti è ben più di una strada, è una leggenda spesso ricordata nelle cronache degli amanti della moto come l’itinerario su cui da Tavullia, prima Graziano Rossi e poi Valentino con la sua masnada di amici, venivano a misurarsi. Non è più quel tempo e ogni cosa consiglia un approccio più dolce e in sintonia con l’incanto di questi luoghi per godere appieno di tanta bellezza. La linea lunga e blu del mare visto dall’alto, la spalla del monte che vi si getta e, ciliegina sulla torta, il fascino degli antichi borghi di Casteldimezzo e Fiorenzuola di Focara cantata da Dante.

Tavullia è una meta ormai mitica insieme al suo Ranch nato dall’esperienza di una cava abbandonata e ora divenuto il sancta santorum del motociclismo mondiale. Vi arriviamo, il mare ormai da tempo alle spalle, seguendo la provinciale che tocca Gradara e il suo borgo poetico. La strada per arrivarvi, la provinciale 39, è molto bella e ben presto ci porta sulla terrazza da cui si possono ammirare le linee delle tre piste che corrono laggiù sul fondo valle. Anche Tavullia, questo piccolo centro sulla collina legato alla storia dei Malatesti e oggi di Valentino, ha un suo fascino proprio che le bandiere e il grande murales della piazza centrale col loro giallo rendono unico. Qualche km ancora e, svoltando a sinistra proprio all’altezza della sede della VR46, la sp56 ci proietta dentro un paesaggio rurale di grande dolcezza, fatto di ampie curve che si fanno largo tra i campi che si tingono di colori diversi a seconda delle stagioni. La destinazione è Saludecio. E’ in questi luoghi che sono cresciuti Andrea Migno e Alessandro Zaccone ed è da qui che lo sguardo da Porta Marina può arrivare al mare. I borghi di Montegridolfo e Mondaino sono a un soffio, ognuno col proprio richiamo di storia e bellezza, specie Mondaino, la cui piazza centrale ai piedi della rocca malatestiana è caratterizzata dal suggestivo porticato ad arco che la circonda. Sono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato così come lontana è l’ansia che si respira nella città. E’ attraverso stradine secondarie e dimenticate che si fanno largo tra i campi che, una dopo l’altra, attraversiamo Tavoleto, Auditore, per poi puntare verso Monte Cerignone, che per la sua antica bellezza fu scelta da Umberto Eco come il proprio “buen ritiro”. Carpegna e le creste del monte che la domina sono ormai all’orizzonte per arrivare, superato il passo della Cantoniera, a Pennabilli, l’antico borgo culla dei Malatesta che la poetica visionaria di Tonino Guerra ha illuminato nuovamente.

Aldilà del fiume il fascino di Petrella Guidi e poi, svalicato il crinale, quello unico di Sant’Agata Feltria e della Rocca Fregoso, abbarbicata sul Sasso del Lupo. Risalendo la strada di crinale corre ora veloce e affascinante verso la cresta di Monte Aquilone e, ai suoi piedi, il paese di Perticara che, nel proprio ventre, racconta la storia antica delle sue miniere di zolfo. Talamello, Secchiano ed ecco, sulla sponda opposta del Marecchia, il fascino unico della fortezza di San Leo che nelle forme donategli da Francesco di Giorgio Martini, incantando, fa buona guardia su tutta la valle. Ed ecco già da distante ergersi le tre “penne” di San Marino, la piccola repubblica che, tra storia e leggenda, deve nome, autonomia e libertà a quel tagliapietre dalmata che dall’isola di Arbe, sulla sponda opposta dell’Adriatico, giunse fino a qua. Ma San Marino, oltre che intitolare insieme alla Riviera di Rimini uno dei Gran premi della MotoGp, è anche la patria di eccellenti piloti come il due volte campione del mondo Manuel Poggiali o Alex De Angelis che, appesi i caschi al chiodo, ancora trasmettono competenza e passione ai giovani aspiranti motociclisti. Dalla cresta del Monte Titano il mare è a un tiro di schioppo ma alla quattro corsie che in breve riporterebbero a Rimini meglio optare verso una via di crinale, magari con una deviazione fino a Verucchio che fu culla della civiltà Villanoviana. La via Santa Cristina è una favola, specie quando il sole spegne gli ardori dell’estate e tutto si fa più soffuso. Laggiù il Colle di Covignano e, più lontano, il grattacielo che, come un faro, dagli anni ’60 a tutti indica una città innamorata della moto.

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