Coriano. Cade in moto per una buca: il Comune dovrà risarcirlo con 400mila euro

Coriano

Coriano, cade in moto per una buca. Il Comune dovrà pagare 400mila euro. Arriva la parola fine a un’odissea giudiziaria decennale. La sentenza della Cassazione ha ribaltato l’appello stabilendo che l’amministrazione dovrà un maxi risarcimento al barista sammarinese, ora 51enne, caduto rovinosamente dal suo bolide nel 2013 per una buca sul manto stradale. A segnalare la sentenza giunta martedì scorso è l’avvocato Fabrizio Pullé.

I fatti

L’episodio risale all’agosto del 2013 quando un centauro percorreva la via 1° maggio di Coriano in direzione Rimini. Arrivato all’altezza dell’incrocio con largo Castello cadde perché la ruota anteriore della Yamaha finì in una buca.

Nel 2018 il Tribunale di Rimini condannò l’amministrazione a pagargli oltre 400mila euro, avendo riportato gravi danni fisici, ma il Comune fece appello sostenendo di non aver mai ricevuto l’atto di citazione introduttivo del giudizio. All’inizio la Corte d’appello gli dette ragione, disponendo il nuovo primo grado di giudizio ma il danneggiato, difeso dagli avvocati Stefano Leardini e Fabrizio Pullé, ha promosso ricorso per cassazione contro la sentenza.

Fine odissea

Ora la svolta: la Cassazione ha ribaltato la sentenza di appello ritenendo inammissibile l’appello del Comune e confermando la condanna di primo grado. I due legali, specializzati in risarcimenti danni da incidenti stradali, responsabilità sanitaria e tutto il ramo dei danni alla persona, evidenziano le peculiarità della problematica. «Il Comune – spiegano – avrebbe precisato di non essere stato presente nel giudizio di primo grado per un vizio di notifica sostenendo di non aver conosciuto la domanda risarcitoria. Peccato che avesse “protocollato” l’atto di citazione introduttivo del giudizio nel suo protocollo generale».

La Cassazione ha ribadito che un eventuale vizio della notifica non poteva aver rilevanza, in quanto l’amministrazione aveva correttamente registrato e protocollato l’atto. Ora si aprono 120 giorni di tempo per corrispondere l’importo dovuto e se l’importo non sarà pagato, si procederà al recupero coattivo della somma.

Il cliente, confermano i legali, ha accolto «con assoluto piacere la sentenza che pone fine a dieci anni di processi e aule giudiziarie. Finalmente, nonostante il grave danno fisico subito, oggi ha trovato giustizia e anche se il risarcimento non gli restituirà la salute, potrà compensare in parte alcune sofferenze: andrà avanti nella sua vita con maggiore serenità e maggiore fiducia nel sistema giustizia».

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