Pugni in faccia alla moglie: poi l’abbandona in strada a Verghereto, l’incubo di una ravennate

Cesena
  • 07 maggio 2024

Violenza sulle donne e “codice rosso”. Per chi cerca aiuto e non ne riceve per quanto le servirebbe, c’è anche chi l’aiuto lo otterrebbe “automaticamente” grazie alle leggi in vigore ma nel breve volgere di poco tempo lo rifiuta, rischiando di tornare a contatto con chi le ha fatto del male. Peggiorando una situazione che agli occhi degli osservatori esterni appare già seria e severa.

Accade all’ora di pranzo di una domenica come tante sulle montagne della Vallata del Savio, attorno alle 12:30 di due giorni fa. Una coppia, lei 35enne, lui di poco più grande, che in auto si sta recando in gita da Ravenna a Verghereto per (era quello l’intento iniziale) pranzare insieme in un noto ristorante. Quando scattano i soccorsi però il progetto coniugale di “gita fuori porta” è abbondantemente naufragato. In auto scoppia una lite e sulla vecchia provinciale, a non molta distanza dal ristorante di cui sopra, alcuni passanti notano la donna a terra. Stordita, ferita e tumefatta al volto.

Viene chiamata un’ambulanza e sia ai primi soccorritori che in pronto soccorso, una volta arrivata a Cesena, la 35enne ravennate racconta di aver litigato in auto con il marito che l’avrebbe gonfiata di botte a pugni in faccia e poi scaricata dal veicolo. «È la quarta volta che succede un fatto simile» spiega la donna. Accendendo in automatico le procedure legate al cosiddetto “codice rosso”. Per le quali la donna dovrebbe essere messa sotto protezione e l’uomo rintracciato e quanto meno coattivamente allontanato dalla compagna. Le medicazioni prestate al Bufalini parlano di 15 giorni di prognosi per i colpi ed i pugni subiti al corpo ed al volto. Ma al momento della dimissione e di sporgere, denuncia, la vittima... Non c’è più. La donna si è allontanata volontariamente dal pronto soccorso senza dare spiegazioni e senza chiudere la refertazione delle lesioni e ricevere le indicazioni di cura a domicilio. Men che meno, dunque, ha sporto denuncia per quanto raccontato a chi l’ha soccorsa. Con le leggi in vigore ha 3 giorni per presentarsi da carabinieri o polizia e dettagliare quanto accadutole. Altrimenti il “codice rosso” spegnerà il suo allarme e l’aggressione subita finirà nell’oblio. Almeno fino alla prossima aggressione patita.

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