Longiano, si accorge che l’autore di un dipinto non è quello indicato al museo: ex preside corregge l’errore

Cesena

Scovato il vero autore di un quadro del Cinquecento esposto al museo dell’arte sacra. A sorpresa, un’opera attribuita con riserva a un pittore longianese si è scoperta essere invece del forlivese Livio Agresti. A correggere l’errore è stato il cesenate Franco Spazzoli, ex preside, scrittore ed ora anche scopritore di tesori d’arte.

Cambia dunque la paternità del dipinto “Crocifisso con due angeli”, un olio su tela di 128 centimetri per 83, senza firma, conservato nel museo longianese fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1989, dopo l’istituzione voluta dalla diocesi di Cesena-Sarsina e dal Comune di Longiano. All’epoca l’opera non era restaurata e fu attribuita “con riserva” a Scipione Sacco, pittore che aveva abitato anche a Longiano e che in paese ha lasciato altre opere, questa volta firmate. Ma una visita fatta nelle settimane scorse da Franco Spazzoli ha cambiato le carte in tavola.

L’intuizione di Spazzoli

«In gioventù ho fatto la mia tesi su Livio Agresti - racconta Spazzoli - È un pittore detto “Ricciutino”, nato a Forlì tra il 1505 e il 1510 e morto a Roma nel 1579. Collaborò con Giorgio Vasari, altro noto artista, che ha tessuto lodi su Agresti. Ha operato tra la Romagna e Roma e ha realizzato molte opere, in parte da me esaminate al momento della stesura della tesi. Un dipinto analogo a quello di Longiano si trova nella pinacoteca di Forlì, più grande, con uno sfondo diverso, ma firmato. Quando sono venuto al museo d’arte sacra, ho immediatamente percepito la stessa mano. Agresti all’epoca era molto conosciuto e praticava la pittura manieristica. Suoi affreschi sono anche nella sala regia in Vaticano. Fu inoltre autore di dipinti su rame, tra i quali il piccolo “San Giovanni” del museo della cattedrale di Cesena. La tela di Longiano è una replica di quella di Forlì: hanno in comune l’uso efficace del colore, il volo di due angeli e la figura di Gesù».

Le reazioni

«Come amministrazione comunale siamo soddisfatti di questa scoperta - commenta il sindaco Mauro Graziano - come pure di questo museo ricco d’arte e storia, nato dalla collaborazione tra la Curia vescovile e il Comune. Ringraziamo poi Giorgio Buda, direttore volontario e appassionato che speriamo rimanga un riferimento il più a lungo possibile».

Buda è modesto ma consapevole del valore del patrimonio artistico longianese: «Non sono un esperto come Spazzoli, che ringrazio per la scoperta. A Longiano abbiamo tante opere uniche, sia nei musei e sia nelle chiese, e con gioia registriamo tanti visitatori».

Marino Mengozzi, delegato diocesano per il patrimonio artistico, prova ad accendere l’amore per i musei: «Spesso si pensa ad un museo come un luogo morto, con cose del passato per pochi studiosi e invece sono luoghi vivi, dove non si smette mai di imparare o meravigliarsi. A Longiano ora siamo qui a fare una sorta di “battesimo” di un’opera bella e importante».

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