Longiano, morto sul lavoro, schiacciato da un maxi sacco: vertici della Martini a processo

Morto schiacciato dal peso di una “big bag” (maxi contenitori di plastica a doppia membrana) precipitata a terra mentre, sotto, la vittima stava pulendo i residui caduti da un altro sacco danneggiato.
Si è aperto ieri davanti al giudice Andrea Priore il processo per la tragedia sul lavoro nella quale morì Cuono Buonavolontà, 54enne di origini campane, custode e operaio all’interno dello stabilimento “Martini” di Longiano.
In aula si discuterà in maniera esclusiva di omicidio colposo sul luogo di lavoro: la moglie e due figli trentenni dell’ex custode aziendale hanno infatti già ricevuto un risarcimento per i drammatici fatti che hanno coinvolto il padre e marito. Una cifra che ha fatto sì che non vi sia una parte civile costituita nelle vicende processuali penali.
Imputata, in qualità di legale rappresentante della “Martini”, una delle esponenti della famiglia fondatrice, da anni ai vertici della gestione aziendale. Difesa dagli avvocati Marco Martines e Alessandra Melandri, deve rispondere delle lesioni fatali da schiacciamento patite dal 54enne in quella tragica giornata di inizio dicembre 2021, quando Buonavolontà fu trovato ormai privo di vita dai colleghi di lavoro.
Alle domande dell’accusa (pm Antonio Vincenzo Bortolozzi), del giudice e della difesa, ieri in apertura di procedimento è stata ascoltata la referente del “Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro” che ha svolto gli accertamenti sull’incidente, per poi mettere il lavoro di ispezione e ricostruzione dei fatti a disposizione dell’indagine.
Nell’area dove è avvenuto l’incidente mortale erano stivate numerose “big bag” del peso oscillante tra i 1.000 ed i 2.200 chilogrammi. Un peso variabile a seconda del loro contenuto: nello specifico giorno dell’infortunio c’erano bicarbonato in un caso e glutine di granturco nell’altro. Materiale di lavorazione e relativi contenitori per cui è consigliato uno stoccaggio a “pile di tre”, a seconda del peso e della dimensione.
Da allora, alla Martini quei mega sacchi vengono stivati uno alla volta e non più impilati. All’epoca l’area di stoccaggio prevista era risicata anche per dei lavori in corso in una zona di solaio adiacente. E ciò, a detta della referente della Medicina del lavoro, rendeva difficile il movimento con i sollevatori delle “big bag”. Uno dei sacchi si era rotto e aveva sversato a terra del materiale. Così Buonavolontà (svolgendo le sue mansioni) si trovava con scopa e paletta sotto quei sacchi per raccogliere e ripulire il materiale caduto. Un’operazione durante la quale una “big bag” (sbilanciatasi nell’appoggio) gli è crollata addosso, uccidendolo.
A settembre il processo riprenderà con l’ascolto di dipendenti dell’azienda. Per cercare di dettagliare ulteriormente la scena dell’incidente mortale e capire se, al di fuori della legale rappresentante dell’azienda, potessero esserci altri responsabili della sicurezza che avrebbero potuto in qualche maniera evitare l’esito fatale di quella giornata di lavoro.