Longiano, coltellata e tentato omicidio del figlio 28enne: scarcerato il padre, ma dovrà stare lontano da casa

Tentato omicidio da parte del padre (61 anni) che a fine ottobre nel corso di una furiosa lite ha accoltellato il figlio (28 anni).
Ieri l’uomo è comparso davanti al Tribunale del Riesame in cui si discuteva della sua carcerazione preventiva al giudizio. Al temine dell’udienza i giudici hanno sancito che debba essere scarcerato. Ma non potrà tornare nella sua casa di residenza e dovrà cercare un’altra sistemazione provvisoria.
Difeso dall’avvocato Lorella Mengozzi il 61enne ha depositato memorie sull’accaduto nel chiedere di uscire di cella. Spiegando al Presidente relatore Andrea Santucci ed ai giudici Gianluca Petragni e Renato Poschi quanto sempre sostenuto fin dalle prime ore dopo i fatti.
Senza testimoniare oralmente ma tramite gli atti, ha chiarito di essersi dovuto difendere dalla furia dal figlio. Che lo aveva aggredito durante una lite colpendolo alla testa con un batticarne. A quel punto per difendersi lui aveva impugnato un coltello ed aveva sferzato un colpo al fianco.
Il 28enne ferito è ancora ricoverato in Psichiatria. Ed anche questo aspetto è stato valutato dai giudici ai quali il padre carcerato ha illustrato denunce sporte in passato nei confronti del figlio con i quale conviveva i pochi metri quadrati: che ha delle annose problematiche di “collera e scatti d’ira” per le quali non si voleva curare con i farmaci prescritti.
La relazione con la quale era stato ammanettato dopo la lite finita nel sangue, dettagliava una ferita da 18 centimetri inferma dal padre al figlio con il coltello. La consulenza che sia pm che difesa hanno illustrato al Riesame, ha invece chiarito che si trattava di una ferita da 6,5 centimetri. Meno compatibile con un’aggressione ed un accanimento e molto più con un moto difensivo da parte del genitore.
Sono di certo parte dei motivi (ancora non esplicitati dai giudici) per il quale è stata sancita la scarcerazione. Anche se, non sapendo quanto ancora il figlio 28enne dovrà restare ricoverato e quando invece potrà tornare a casa, i giudici hanno disposto che il padre in attesa di giudizio non possa avvicinarsi alla casa dove è avvenuta la lite (alla presenza della madre e moglie a sua volta rimasta contusa) e dove il figlio una volta dimesso ha diritto di poter tornare ad abitare.
Il 28enne, che in un primo momento era stato ricoverato in Rianimazione in prognosi riservata, dopo lo scioglimento della prognosi, per ora resta in cura in un letto della Psichiatria del Bufalini.