Cervia, giro di vite sulla musica in spiaggia: Il Comune vieta vocalist e cubiste

I titolari dei locali tiratardi devono dotarsi del fonometro per registrare i decibel degli amplificatori, durante gli intrattenimenti musicali. In caso di segnalazioni o controversie da parte della cittadinanza, è così possibile una «verifica immediata da parte delle autorità di controllo». Proroga della musica dalle 24 alle 2 per chi ne fa richiesta, che però viene sospesa in caso di manipolazione degli impianti, alterazione dei fonometri, superamento delle fasce orarie e dei limiti acustici. L’ordinanza del Comune vieta inoltre i diffusori mobili, i vocalist e le cubiste. Musica fino alle 3.30 il 24, 25 e 31 dicembre, il 10 e 15 agosto e in occasione della notte rosa, sia nell’entroterra che in spiaggia. Passando appunto agli stabilimenti balneari, sono però consentite un massimo di 2 feste alla settimana, dalle 8.30 alle 12.30, dalle 17.30 alle 21 e dalle 20 alle 24, nel periodo estivo. Non è possibile promuovere più di un trattenimento musicale nello stesso giorno, e non devono essere modificati gli arredi fissi o mobili dello stabilimento. In pratica niente consolle per il dj, vietato togliere gli ombrelloni per fare spazio al ballo e recintare il bagno. In generale le sanzioni per chi trasgredisce vanno da 50 a 3000 euro, con lo spegnimento degli amplificatori per 5 giorni nei confronti dei recidivi, per 15 giorni dopo la terza violazione e per 30 giorni dopo la quarta. «Le attività di intrattenimento anche notturne sono un valore aggiunto - recita il testo della ordinanza -, in termini di attrattiva e aggregazione sociale, capace di indurre riflessi anche sulla economia locale nel suo complesso. Inoltre le attività a carattere stagionale e temporanee sono anche elementi di promozione della località turistica, e non solo momento dedicati semplicemente allo svago e al divertimento. Occorre però salvaguardare la popolazione dai possibili fenomeni derivanti dall’inquinamento acustico. Non si esclude quindi la possibilità di porre vincoli finalizzati alla tutela degli interessi pubblici». Nel mirino i raduni in spiaggia con migliaia di persone, che hanno provocato le proteste - e forse anche le denunce - da parte dei condomini e degli operatori circostanti. L’Amministrazione comunale cerca di evitare che gli stabilimenti balneari si trasformino in vere e proprie discoteche, ma la tendenza degli ultimi anni è quella.

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