Rimini, zona mare e l'albergo dei profughi di Viserba, il comitato: "Vanno spostati"

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Migranti in zona mare a Viserba. Alloggiati in una struttura ricettiva dismessa a venti metri dal lungomare “Toscanelli”. Per una soluzione ritenuta «non accettabile», e che sta provocando anche «il malcontento dei residenti e degli operatori turistici della zona», come conferma la presidente degli Albergatori, Patrizia Rinaldis (altro pezzo in pagina, ndr). La denuncia arriva dal comitato “Viserbapuntoeacapo”: «In via Palotta, al centro di una delle zone turistiche più interessanti di Viserba, all’interno di un vecchio albergo, sono ospitate persone provenienti, presumibilmente, da nazioni disastrate o in guerra. E, senza entrare nella tematica europea della migrazione intercontinentale, facciamo presente che l’uso temporaneo di queste strutture alberghiere marginali per alloggiare profughi non è accettabile».

Le mosse del Comune

Nella protesta dal comitato ricordano anche che «l’amministrazione comunale, nella distribuzione dei profughi sul territorio riminese, ha sempre escluso, categoricamente, ipotesi di loro soggiorni in zona turistica». Immediata, però, arriva la replica dell’assessore alle Politiche sociali, Kristian Gianfreda: «La competenza della gestione dei Centri di accoglienza straordinaria è della Prefettura, non del Comune. E il sindaco, tempo fa, ha inviato una lettera all’ufficio territoriale del governo, sollecitando gli uffici a non insediare Cas in aree a forte vocazione turistica».

Adesso si cambia

La stessa Prefettura, del resto, conferma: «Quella di via Palotta è una struttura che da tempo ospita una ventina di ragazzi nordafricani, prima anche ucraini, e che risale ad un bando di gara del 2018. Bandi di gara, i nuovi emessi, che non dovranno creare interferenze con la zona mare nel cercare le soluzioni migliori per assicurare un’accoglienza dignitosa a chi fugge dai Paesi di origine». Quest’ultimo aspetto come indicato anche dal prefetto Rosa Maria Padovano nei giorni scorsi. Ma dal comitato rincarano: «Non ci pare corretto che il destino dei vecchi hotel dismessi debba caratterizzarsi con l’uso temporaneo, o magari continuativo, delle popolazioni in transito: ciò distoglie il dibattito dal vero tema dell’uso delle strutture oramai fuori mercato. Infatti, un caso analogo, avvenuto in un’altra struttura di Viserba, in cui si crearono tensioni con i cittadini, terminò con lo spostamento dei profughi in un albergo di un altro comune». Chiosa, infine, il comitato: «Riteniamo che il destino di queste persone debba essere coordinato e inserito all’interno di un percorso corale, compreso l’alloggiamento in strutture idonee. Ci auguriamo, perciò, che vengano accompagnate in strutture organizzate e, soprattutto, ubicate fuori dalla zona turistica».

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