Volley, Italia campione del mondo, il preparatore riminese Giolito: "Abbiamo battuto gli extraterrestri"

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Stessa nazione, la Polonia, stessa città, Katowice, stesso palazzetto, lo Spodek. Un dejavu lungo un anno: 19 settembre 2021, l’Italvolley maschile è campione d’Europa; 11 settembre 2022, l’Italvolley maschile è campione del mondo. Ieri come oggi in panchina, al fianco di Fefè De Giorgi, c’è il riminese Nicola Giolito, primo assistente, preparatore atletico e fresco di compleanno.

Che effetto fa essere lassù?

«Bellissimo - racconta dopo essere stato ricevuto da Mattarella e Draghi - ogni tanto mi do qualche pizzicotto per rendermi conto che è tutto vero».

Se le dico giugno 2021 cosa le viene in mente?

«L’annuncio del nostro arrivo in nazionale».

Si rende conto che in poco più di quindici mesi avete vinto Europeo e Mondiale?

«È il giusto coronamento per il grande lavoro che tutta la squadra ha fatto, compresi staff, dottori, fisioterapisti, magazzinieri. Siamo una grande famiglia».

Qual è la differenza sostanziale tra i due titoli?

«Beh, all’Europeo in pochi avrebbero scommesso su di noi. In un mese e mezzo non è che puoi stravolgere tutto. Ci eravamo detti di uscire nel migliore dei modi dalla pool e poi prendere quello che sarebbe arrivato. Ma nessuno pensava alla medaglia d’oro. Invece, gara dopo gara, si è creata quella magia che è fondamentale in ogni gruppo vincente. È stata una vittoria inaspettata. Il Mondiale, invece, ci vedeva partire con una base più solida, con un lavoro lungo un anno. Anche se sapevamo che ci sarebbero state squadre molto attrezzate. L’obiettivo era uscire al primo posto dalla pool per cercare una parte di tabellone meno complicata. Invece ci sono capitate Cuba e Francia».

La vostra bestia nera?

«Sì, durante la Volley Nations League ci avevamo perso molto male. Infatti è stata durissima, ma i ragazzi sono stati straordinari. Quella vittoria ai quarti ha segnato il nostro Mondiale. Con la Slovenia avevo paura solo di un piccolo rilassamento, invece, siamo stati sempre sul pezzo facendo capire subito che volevamo arrivare fino in fondo. In finale è stata l’apoteosi, abbiamo battuto una squadra di extraterrestri davanti a 11.000 tifosi polacchi».

«Qual è l’unica medaglia d’oro che manca nella bacheca italiana?

«Quella olimpica. Abbiamo chiesto formalmente che le Olimpiadi del 2024 si giochino a Katowice, alla Spodek Arena (ride, ndr)».

C’è una dedica particolare?

«Sì, a mia moglie Olga, al mio bimbo Andrea, che ha solo sette mesi, e a un grande amico riminese scomparso pochi giorni fa, Francesco Pandolfi».

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