Video pornografici con bambini: arrestati un forlivese e un riminese

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Nell’ambito dell’attività di contrasto alla pedopornografia online, che la Legge 3 agosto 1998, n. 269 “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori” ha affidato, in particolare, alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sono stati arrestati da personale della Sezione di Forlì due uomini di 44 e 53 anni, per detenzione di ingente quantità di immagini e video pedopornografici.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna e dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, traggono entrambe origine da una segnalazione ricevuta dal Centro in ambito di cooperazione internazionale di Polizia, relativa alla detenzione di file a contenuto pedopornografico su alcune note piattaforma di archiviazione dati.

Un forlvese padre di tre figli con 8.000 file

In un caso gli accertamenti hanno consentito di identificare un uomo di Forlì coniugato e padre di tre figli responsabile di detenzione di materiale di pornografia minorile, trovato in possesso, in fase di perquisizione, di circa 8.000 file tra immagini e video prodotti mediante lo sfruttamento sessuale di minori.

All’esito dell’analisi informatica effettuata sui supporti a lui in uso, gli operatori hanno rinvenuto sulla chat di un noto portale di messaggistica materiale pedopornografico accuratamente catalogato e memorizzato all’interno dei dispositivi dai quali è stato possibile rilevare le ricerche compulsive di contenuti multimediali aventi ad oggetto bambini, anche in tenera età, coinvolti in atti sessuali espliciti.

Un riminese con un archivio di 1.700 file

La seconda attività di indagine, condotta sempre dalla Procura di Bologna, ha permesso di trarre in arresto un uomo originario di Rimini ma residente a Forlì trovato in possesso di oltre 1700 file tra immagini e video a contenuto pedopornografico, caricate su una piattaforma di storage foto e poi divulgate ad altri utenti di un noto social network.

L’uomo veniva sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, misura già disposta nei suoi confronti a seguito di una precedente condanna per i reati di maltrattamenti contro familiari, danneggiamento e oltraggio a pubblico ufficiale.

L’indagato, a cui era stato fatto divieto di utilizzo di dispositivi di comunicazione, durante i consueti controlli dei Carabinieri veniva trovato fuori dalla sua abitazione, presso un negozio di telefonia, dove si era recato per acquistare un nuovo smartphone, iniziativa in violazione ad esplicito divieto previsto dalla misura cautelare.

Avendo violato i domiciliari e il divieto di utilizzo di strumenti in grado di connettersi alla rete, non si esclude per procacciarsi in rete ulteriori contenuti pedopornografici, il Tribunale di Sorveglianza di Bologna provvedeva ad aggravare la misura cautelare, disponendo l’immediata traduzione presso la casa circondariale di Forlì.

Nel corso del 2021 i reati di sfruttamento sessuale dei minori e dell’adescamento on line hanno visto un significativo incremento degli episodi venuti alla luce grazie alle indagini coordinate dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on line (CNCPO) che hanno condotto a 137 arresti (+98% circa rispetto al 2020) e alla denuncia di 1.400 persone (+17% rispetto al 2020).

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