L'Università di Urbino premia Laura, la dottoressa speciale di Novafeltria

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«La disabilità? È solo negli occhi di chi guarda». Parola della 29enne di Novafeltria, Laura Ciccioni, laureata a Urbino in Lettere moderne lo scorso 22 febbraio con una tesi sulla maternità nella scrittrice Elsa Morante. Nata prematura dopo 6 mesi e colpita da tetraparesi spastica, Laura si sposta su una carrozzina elettrica. Gli ultimi eventi danno ragione alla tenacia che la contraddistingue sin da bambina: riceverà un attestato di merito stilato in sinergia dal Comune e dall’Università di Urbino. Una cerimonia senza precedenti che si terrà oggi alle 16 nel municipio urbinate durante il consiglio comunale, dove la sua onorificenza risulta tra i 9 punti all’ordine del giorno.

Un vulcano di idee

La corona di alloro è un traguardo, ma solo un punto di inizio, dice la neodottoressa che sogna di « diventare giornalista e – perché no? – anche bibliotecaria, visto che le due professioni si compenetrano», oltre a ideare una rassegna culturale assieme alle amiche. Nell’attesa ha già scritto due libri: “Lo strano caso di Raffaello Sanzio” che, risalente al 2012, è un racconto fantasy dove incontra il noto pittore catapultato dal Rinascimento nel 21° secolo. Quanto all’altro volume, datato 2016, nasce come autointervista da inviare a un giornale che chiuse i battenti. « Non mi arrendo mai, - chiarisce Laura – così ho salvato “Disabilità…e poi?” dal dimenticatoio, declinandolo attorno a una riflessione di base: la carrozzella non è figa come la spider e spesso ti senti così giù da voler solo scomparire». Da qui la condivisione di una pagina buia. «In un momento di grave sconforto, ho pensato di farla finita ma ho desistito, perché avrei mancato di rispetto a chi versa in condizioni più gravi delle mie».

Carattere e qualità

Anche a Urbino, che pur le ha donato soddisfazioni e amicizie, non sono mancati gli scogli, «a partire da un commento infelice sui disabili all'università sino alle frequenti domande sul perché avessi scelto una città rinomata per le salite». Ma lei punta «alla qualità della formazione», infischiandosene del resto e con l’aiuto dei familiari si trasferisce nelle Marche per la triennale, scegliendo poi la vita da pendolare. Ora, osserva, manca solo la ciliegina sulla torta: lavorare nella sua seconda casa, ossia la biblioteca di Novafeltria. Per una vita tutta da scrivere.

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