Sotto il segno di Federico Fellini

RIMINI. Il metodo progettuale del più importante regista italiano, Federico Fellini, lo aveva visto Deleuze: “Il suo cinema non è mezzo di riconoscimento ma di conoscenza, scienza delle impressioni visive, che ci obbliga a dimenticare la nostra logica e le abitudini retiniche”. Di questa conoscenza per strappi e lacerazioni abbiamo molte testimonianze in Fellini, dai ricordi d’infanzia agli appunti di regia. Sotto il segno di Federico Fellini (Luca Sossella Editore) di Paolo Fabbri è un’analisi di libri, fumetti, sceneggiatura, disegni, fotogrammi e musiche del grande regista per comprendere l’approccio creativo e per capirne di più di un’epoca in cui il cinema italiano era una scuola nel mondo.

Paolo Fabbri analizza le sceneggiature dei film più importanti dell’amico e coetaneo riminese Fellini tramite il metodo dell’indagine semiologia tentando alcune incursioni per chiarire qualche segreto, senza togliere il mistero originario.

L’AUTORE. Paolo Fabbri, uno dei maggiori studiosi di semiologia, ha insegnato a Parigi con Roland Barthes e A.J. Greimas, e nelle università italiane di Firenze, Bologna, Milano, Siena, Roma e presso L’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, le università di Berkeley, Toronto, San Diego, UCLA; Barcellona, Madrid, Bilbao, São Paulo, Buenos Aires, Istanbul, Ciudad de Mexico. Ha diretto dal 1992 al 1996 l’Istituto italiano di Cultura di Parigi ed è stato direttore della Fondazione Federico Fellini di Rimini. Dirige la collana “La tradizione del nuovo”.

Il saggio verrà presentato martedì 22 alle ore 17 al Teatro Argentina di Roma.

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