San Mauro, anziani sotto sfratto, ma la protesta blocca tutto

Momenti di tensione, ieri mattina, per l’esecuzione di uno sfratto per una pesante morosità di una coppia di pensionati in un appartamento in via Certaldo 84, nella zona di San Mauro in Valle. Alla fine, alla presenza della proprietaria e dell’avvocato Achille Macrelli che l’assiste, e con l’interposizione di una decina di manifestanti che chiedevano di non mettere in mezzo a una strada due anziano e l’intervento sul posto della polizia, si è concordato un rinvio al 15 giugno prossimo.

La procedura di sfratto era stata attivata ancor prima dell’esplosione dell’emergenza Covid, che ha bloccato tutto fino alla fine dell’anno scorso. Per 18 anni marito e moglie, lui 71enne e lei 75enne, avevano regolarmente pagato il canone di locazione, di circa 500 euro al mese. Ma dopo quello versato nel luglio 2019, non hanno più onorato il loro impegno contrattuale e hanno anche smesso di pagare le spese condominiali. La padrona di casa, negli ultimi tre anni, ha ricevuto unicamente 1.800 euro, grazie a un contributo comunale per supplire ai mancati pagamenti degli inquilini in difficoltà. Così, al momento, contando anche le spese legali sostenute per rientrare in possesso del suo alloggio, lamenta una perdita economica di oltre 20.000 euro tra mancate entrate e costi inattesi da sostenere.

Né al Comune, che sta seguendo il caso attraverso i suoi Servizi sociali, né alla privata tutelata dall’avvocato Macrelli è chiaro qualche sia stata la causa scatenante dell’interruzione improvvisa e totale di ogni pagamento da parte degli inquilini. La crisi abitativa sta esplodendo in modo violento anche a Cesena, e a volte la pandemia ci ha messo lo zampino, peggiorando le condizioni economiche di tante famiglie fragili. Ma in questo caso la pensione percepita con cui la coppia tirava avanti è sempre la stessa. In Comune – riferisce l’assessora Carmelina Labruzzo – il caso è noto da tempo e ci si è attivati per accompagnare i coniugi nella ricerca di case alternative. È stata già fatta anche qualche proposta, ma come avviene spesso a una certa età, c’è un radicamento nel luogo dove si abita che non è facile da superare. Ora – fa sapere la stessa amministratrice comunale – si valuterà una nuova sistemazione, meno lontane rispetto a quelle prospettate finora, e la speranza è che tra meno di un mese non si ripeta la stessa scena triste e angosciante vista ieri. Fino a oggi la proprietaria – evidenzia il suo avvocato – è stata disponibile e ragionevole, ma dopo tre anni di attesa e tanti soldi persi la pazienza è giunta al limite.

La vicenda ha catturato l’attenzione anche di Davide Fabbri, che da sempre combatte battaglie politiche e sociali per il diritto alla casa, e ieri ha sollecitato «le istituzioni a svegliarsi dal loro irresponsabile torpore e ad affrontare con forza e determinazione l’emergenza abitativa».

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