San Giovanni in Marignano, balbuziente dopo la scossa: condannato padrone di casa

Prende la scossa nell’appartamento in affitto e diventa balbuziente. Il giudice di pace condanna per lesioni personali la proprietà dell’immobile di San Giovanni in Marignano a 500 euro di multa, al risarcimento delle spese legali e al pagamento di una provvisionale di 2mila euro. Riconosciuto alla vittima che ha ottenuto un 5 per cento di invalidità permanente, il nesso di casualità tra la «comparsa e persistenza della balbuzia post elettrocuzione». Ecco perché il resto dei danni dovrà essere quantificato con una causa civile che l’inquilino, costituitosi parte civile con l’avvocato Stefano Caroli, a breve presenterà. La proprietà, che abita a Tavullia, era difesa di fiducia dagli avvocati Maurizio Valloni e Marcello Bartolini.

La storia

I fatti risalgono al 24 marzo 2016. Secondo la denuncia, la vittima, che all’epoca aveva 48 anni (ora risiede a Cattolica), nel primo pomeriggio di quell’indimenticabile giorno andò in terrazza per prendere una boccata d’aria e appoggiò una mano sulla lavatrice e un’altra sulla ringhiera metallica del balcone. L’improvvisa scarica sprigionata da quella che i consulenti hanno definito una dispersione di energia lo ha sbalzato di colpo, lasciandolo svenuto a terra. A prestargli i primi soccorsi la moglie ed il vicino di casa richiamato dalle grida disperate della donna. Quindi un’ambulanza l’aveva trasportato all’ospedale Cervesi di Cattolica dove i medici lo rassicurarono e lo dimisero con una prognosi di appena un giorno. All’indomani, però, tutto era tornato a posto tranne la parola. Sei mesi dopo, per il perdurare del problema, l’uomo ha chiesto addirittura l’accertamento dell’invalidità civile, poi riconosciuta, come detto. Con il trascorrere del tempo ha continuato a balbettare come non aveva mai fatto prima della scossa, come constatato anche nella perizia affidata dal giudice di pace al dottor Francesco Toni, per anni direttore della Medicina del lavoro dell’Azienda Usl di Rimini.

La denuncia

L’esposto presentato dall’avvocato Caroli ha quindi permesso di accertare che quell’immobile era ben conosciuto ai Vigili del fuoco del distaccamento di Cattolica e del comando provinciale. Nei sei mesi prima del singolare incidente erano stati costretti a compiere tre interventi per vari inconvenienti all’impianto elettrico. Il più grave aveva visto un principio d’incendio al quadro generale della palazzina. Carenze sottolineate e confermate nel capo d’imputazione, come avere omesso di adeguare l’impianto elettrico dell’abitazione e di adottare le necessarie misure di sicurezza, quali l’installazione della messa a terra.

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