Dopo 60 anni il negozio di sementi mette nuovi germogli, un ex chef raccoglierà l’eredità di Primo, il bottegaio «famoso come l’arco di Augusto». A fine 2023 soffierà su 60 candeline la storica attività situata in via Flaminia Conca 77B non lontano dal deposito dei bus di Start Romagna. A mutare sarà solo l’insegna che passerà da “Primo Pasini cereali e granaglie” a “Da Primo”, mentre lo spirito di fondo, che affonda le radici nella qualità e cordialità, resterà inalterato.

Cambio al timone
Ha raccolto il testimone dell’ex titolare Primo Pasini, 92 anni a marzo, il 40enne Andrea Poggiali, ex chef ma anche cofondatore del bistrot Agrofficina di piazza Malatesta, nonché docente di cucina alla scuola Ramaiola. «Sono nato in questo quartiere e, per tutti noi, Pasini è un’istituzione. Dai contadini alle azdore tutti passavano per questa bottega, dove si vendono semi selezionati, ma anche sacchi di cereali sfusi e legumi secchi, nonché cibo per animali da cortile. Pasini era punto di riferimento anche per attività come la pizzeria del secolo di via Gambalunga».
Una sfida nuova
Un tempo, rimarca il giovane, tra queste mura si parlava solo in dialetto e nei periodi bui si faceva credito. «Ora cercherò di farla diventare bottega storica e – dice – di essere all’altezza della sua eredità spirituale. Ho cambiato vita e proseguirò la tradizione di questo pilastro della città, collegando l’orto alla terra e la terra alla tavola, mettendo al centro salute e benessere, in un passaggio non scontato. In preparazione anche la pagina Instagram “emporiodaprimo” che avrà come contenuti indicazioni per semina e raccolti nonché ricette per diffondere la cultura dell’orto, dell’auto produzione e della cucina», conclude.
L’isola che non c’è
La figura di Primo è stata celebrata anche dall’editore Mario Guaraldi. Che ha messo nero su bianco le sue riflessioni: «Ci sono dei luoghi a Rimini che hanno i connotati della memoria collettiva, punti fermi di una toponomastica urbana “fantastica”, di quelli usati per spiegarsi in due battute». Uno di questi, prosegue, è proprio il negozio di Primo Pasini, «anche se chiamarlo negozio è vagamente osé – afferma -. Si trova al “virgolone” spartitraffico che indirizza gli automobilisti verso il centro città o li fa proseguire verso il mare o la Colonnella». Lì, proprio all’angolo, «c’è come una gora, – continua ancora Guaraldi – uno slargo che consente un parcheggio comodo e indisturbato a chi deve fermarsi nella vicina latteria o, appunto, per rifornirsi di granaglie per polli, canarini o criceti». Una sorta di “isola che non c’è”, la definisce l’editore, col suo Peter Pan «sempre uguale a sé stesso nella memoria collettiva, Primo, appunto, con quel suo sguardo aguzzo e pungente che squadra l’avventore per indovinarne le aspettative e prevenirle, quasi sorpreso dalla sua presenza». E incalza: «Lo spazio angusto del negozio cela in realtà sul retro un antro gigantesco ricolmo di sacchi traboccanti sementi di ogni tipo, il regno di Pasini».
Racconti per intere generazioni
Proprio su questo terreno «apparentemente arcaico e immutabile nel tempo, attecchisce oggi il seme di un imprevedibile ricambio generazionale. Il negozio, infatti, è oggi gestito da un giovane che – commenta l’editore – si muove fra i sacchi di sementi come se trovasse in una cristalleria. Si chiama Andrea e nasconde il suo progetto innovativo dietro un tetragono rispetto della tradizione. Cosa diventerà, lo storico negozio di sementi lo vedremo forse in primavera – conclude -. Per ora, tutto continua silenziosamente nel solco profondo della più rigorosa tradizione».
Gli fa eco la 51enne Miriam, figlia di Primo: «Mio padre era adorato dai bambini, scoppiavano in lacrime se le mamme non li portavano con sé. Quanto a lui, ci sapeva fare: ha conquistato intere generazioni dispensando racconti e manciate di noccioline». Un affetto contraccambiato nel momento della prova. «Quando è stato male, la gente si fermava solo per chiedere sue notizie e mi ringraziava perché è una persona così positiva da diffondere il buonumore attorno, dissipando gli aloni di malinconia. Da lui si andava anche per far due chiacchiere, non è solo un campione di tiro al piattello ma anche di ascolto e comprensione – sottolinea la figlia –. Ora, lasciato a malincuore il lavoro di una vita, spera sia mantenuta e fiorisca l’alta qualità di una bottega così nota da esser usata come riferimento per le indicazioni stradali».
E’ dal 1972 che ho avuto la fortuna di fare acquisti da Primo, uomo gentile e cordiale che dispensava soluzioni positive per le tue esigenze: un vero signore nonchè un bravo professionista. Penso che per lui sia arrivato, anche se avanti con gli anni, un meritato riposo, sapendo che lascia un grande vuoto nei cuori della gente. Ti auguro di prosceguire, il percorso della tua vita, con tutta la simpatia che hai offerto ai tuoi clienti. Carissimi auguri ad una vera istituzione commerciale.