Un cicerone di Ravenna per la visita di Mattarella in Uzbekistan

Ravenna
  • 12 novembre 2023

«Come è immaginabile, è stato per me un immenso onore e una indescrivibile emozione». A ricevere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per esporgli le grandi bellezze uzbeke è stato ieri un ravennate. Simone Mantellini è professore associato dell’Università di Bologna e guida la missione archeologica che Ravenna, attraverso il Dipartimento di Archeologia, ha in capo nelle vicinanze di Samarcanda ormai da decenni, dai tempi in cui Maurizio Tosi avviò la campagna e la diresse per lungo tempo finché, alla sua morte, gli successe per un breve periodo Antonio Curci. Oggi gli scavi di Kafir Kala sono coordinati invece da Simone Mantellini, allievo del grande paleoetnologo, per lungo tempo

direttore del Dipartimento di Archeologia dell’Unibo, che ha sede a Ravenna.

L’apprezzamento del Quirinale

E proprio in ragione di questo insediamento è stato scelto lo studioso ravennate per ricevere il Capo dello Stato ieri presente nella capitale di quello che fu l’Impero di Tamerlano: «Fa indubbiamente piacere, nella prima volta in cui un presidente italiano visita l’Uzbekistan, poter essere colui che lo guida in due dei monumenti più simbolici della città. Ha mostrato estremo interesse - commenta Mantellini -, con domande e commenti puntuali sulla storia e l’architettura di Samarcanda. Ha apprezzato moltissimo l’esposizione del nostro lavoro congiunto con i colleghi uzbeki, ed enfatizzato come questi progetti internazionali contribuiscano alla crescita reciproca di entrambi i Paesi».

Il progetto di ricerca

L’archeologo, ricercatore e docente ravennate ha infatti fatto visitare a Mattarella il complesso del Registan e la necropoli monumentale, durante il quale ha potuto parlare delle risultanze del progetto archeologico italo-uzbeko “Samarcanda e il suo territorio” nato nel 2001 dalla collaborazione tra Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, e l’Istituto di Archeologia di Samarcanda, Agenzia per i Beni Culturali della Repubblica dell’Uzbekistan, codiretto dallo stesso Mantellini insieme a Samaretdin Suyunov, grazie al finanziamento di Unibo, Maeci e Ismeo. Nondimeno, Mattarella si è interessato all’evoluzione dello specifico progetto del parco archeologico di Kafir Kala, che è invece supportato in larga parte dalla fondazione Volkswagen attraverso il progetto Kalam. Questo ha come ricercatore responsabile Nicolò Marchetti, dello stesso dipartimento dell’Unibo: «Negli anni abbiamo capito come Kafir Kala fosse, prima della conquista araba dell’ottavo secolo, uno snodo amministrativo ed economico importante, oltre che un riferimento istituzionale, essendo stata probabilmente la residenza rurale del governatore di Samarcanda. Ora vogliamo qui proporre - spiega Mantellini - un tentativo nuovo di musealizzare il paesaggio archeologico, coinvolgendo due realtà che hanno visto il loro patrimonio messo a repentaglio per motivi diversi. Parliamo, oltre che dell’Uzbekistan, anche dell’Iraq, coinvolto dal progetto Kalam. Vogliamo rilanciare il patrimonio culturale di questi Paesi con una strettissima collaborazione con la realtà locale, in un ambito dove resta importante il coinvolgimento di studenti dei corsi triennali, magistrali, di dottorandi e assegnisti di ricerca incardinati su Bologna e Ravenna».

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