Ravenna, l’anziana circuita accusa l’ex giudice: “Mi ha convinta con la sua dialettica”

Ravenna

«Vorrei lasciare la casa di riposo e tornare presso la mia abitazione, ma non ci riesco, perché non conosco persone che mi possano aiutare». Sono le parole che chiudono l’esposto presentato contro l’ex giudice ravennate ora in pensione da una donna ultra 90enne, che lo accusa di circonvenzione d’incapace per averle portato via tutti i suoi averi, tra immobili, gioielli e altre proprietà. L’uomo, si apprende solo ora, è un ex giudice di pace, che pochi anni fa ebbe anche un periodo di notorietà per una sentenza che fece molto discutere nel nostro territorio.

Non riveleremo qui il nome, non tanto per fare indovinelli, quanto piuttosto perché le contestazioni mosse nei suoi confronti devono ancora incontrare il vaglio dall’autorità giudiziaria.

Incontro a una festa

L’anziana, nella sua denuncia, racconta di un’amicizia consolidata negli anni, «direi almeno 15», ricordando di averlo conosciuto «a delle feste». Per l’esattezza, il primo incontro risale al 5 maggio del 2007, a Cesenatico, durante un evento organizzato dall’Anioc, l’Associazione nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche. Lei puntualizza con una lucidità che sembra vincere i pur comprensibili acciacchi dell’età: «Avevo già perso mio marito quindi l’amicizia con questo uomo è diventata sempre più importante». Insomma, «piano piano, da conoscenti, siamo diventati amici e la fiducia verso di lui è cresciuta sempre di più», al punto da consentirgli di aiutarla «nella gestione della casa e delle varie pratiche burocratiche».

I presunti raggiri negli ultimi 5 anni

Risalgono al 2019 gli episodi che la signora ha elencato nella querela sporta ai carabinieri. L’avrebbe convinta «con il suo modo di fare e la sua dialettica», ma anche minacciandola di non seguirla più nelle incombenze burocratiche, e di non farle più vedere il nipotino al quale lei aveva fatto da madrina per il battesimo e a cui era molto affezionata.

Lamenta di essere stata privata in primis degli immobili, donati all’ex giudice e al figlio di quest’ultimo: un appartamento in uno fra i più ambiti immobili di Cesenatico, oltre a una casa del valore di 300mila euro comprata a Ravenna la cui nuda proprietà è stata intestata all’amico. Poi, nel giugno del 2020, sempre lo stesso ex magistrato onorario l’avrebbe convinta che la casa in cui viveva era troppo grande per lei, convincendola a donargliela e a trasferirsi in una residenza per anziani. Parallelamente, la signora avrebbe spostato il proprio conto corrente nella banca in cui sia l’amico che il figlio tenevano i propri risparmi. E sempre nella loro cassetta di sicurezza già aperta nella nuova filiale, avrebbe affidato anche i propri gioielli. Nelle mani del giudice, anche il bancomat e la procura generale a compiere qualsiasi atto di amministrazione sia ordinaria che straordinaria: «Mi ha convinto a lasciarglielo poiché mi ha detto che io non c’avrei fatto nulla».

Il testamento e la barca

Infine il testamento - che in precedenza indicava come beneficiaria un’altra famiglia - è stato cambiato indicando il giudice e suo figlio come eredi universali. Ora figurano entrambi nella denuncia. Quanto alle ultime volontà, sono state nuovamente revocate e riscritte a favore di un istituto di beneficenza.

Ormai afflitta nella casa di riposo, l’anziana dice di avere aperto gli occhi confidandosi con il titolare della residenza, decidendo di rivolgersi a un legale e alle forze dell’ordine. Ed è proprio nel corso dei successivi accertamenti che è emerso l’ulteriore retroscena narrato nei giorni scorsi su queste colonne: la barca ormeggiata in un circolo nautico del Ravennate, che l’anziana era convinta di avere acquistato in comproprietà con l’ex giudice, salvo poi scoprire di avere pagato all’amico non solo la quota che gli restava per avere la piena proprietà del natante, ma anche l’ormeggio.

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