Ravenna, sfida dei locali ai divieti. “Rischiano gestori e clienti”

È arrivato il giorno della disobbedienza civile dei ristoratori scandita dalla campagna #ioapro. Come annunciato sui social, oggi diversi locali hanno intenzione di sfidare le disposizioni del Dpcm in vigore aprendo la loro attività alla clientela. La sfida è stata lanciata nei giorni scorsi e anche a livello locale ha raccolto proseliti. I ristoratori non si accontentano più di asporto e consumo a domicilio, vogliono tornare a lavorare a pieno regime per salvare le loro attività.

Rischiano titolari e clienti

Larga parte della categoria della ristorazione ha preso le distanze dall’iniziativa, ma rimane un nocciolo duro deciso a disobbedire alle regole. Oggi vedremo se alle parole seguiranno i fatti, intanto però è utile conoscere quali sono i rischi cui i ristoratori e i clienti potrebbero andare in contro. A parlarne è il comandante della Polizia municipale, Andrea Giacomini: «Siamo di fronte a un annuncio mediatico che ha avuto una grande eco su tutto il territorio – commenta -. L’eventuale mancato rispetto delle disposizioni dei Dpcm è potenzialmente pericoloso e la questione è di stretta competenza delle autorità di pubblica sicurezza. Da un punto di vista giuridico, è bene sapere che le sanzioni conseguenti a un’apertura dell’attività di ristorazione al tavolo comporta sanzioni, sia per i ristoratori che per i clienti. Le persone che consumeranno all’interno dei locali e i titolari degli esercizi rischiano una multa da 400 euro, che si riduce a 280 se il pagamento avviene entro 5 giorni. In caso di reiterazione l’ammontare raddoppia». Le conseguenze non si esauriscono con la multa, per i ristoratori è prevista una sanzione accessoria che prevede la chiusura del locale per un periodo che va dai 5 ai 30 giorni. Se poi la disobbedienza dovesse proseguire, i ristoratori potrebbero andare incontro a conseguenze di natura penale.

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui