Ravenna, oltre 50mila tonnellate di coils ferme al porto

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I problemi alla viabilità portuale ravennate e regionale creano disagi anche per i trasporti speciali e oltre 50mila tonnellate di coils sono ferme al porto «nell’impossibilità di raggiungere Veneto e Lombardia per i gravi problemi nell’affrontare il tragitto di pertinenza emiliano-romagnola». A denunciare la problematica è il Tea, Trasportatori eccezionali associati, che nei giorni scorsi, durante il proprio tavolo operativo, ha focalizzato una problematica che sta arrecando gravi danni al settore. Secondo il segretario nazionale Marcello Bano, si parla di vera e propria «impossibilità per molti trasporti eccezionali di attraversare l’Emilia Romagna per raggiungere le due regioni confinanti».

Il presidente dell’associazione che tutela gli autotrasportatori di questo specifico ramo, Luca Civolani, chiede interventi urgenti: «Ormai non si può più andare avanti, abbiamo già nel recente passato indetto uno sciopero per smuovere le coscienze e oggi, forse anche per questo è stato istituito un Tavolo nazionale per discutere la problematica – ricorda –. Le nostre imprese, i nostri trasportatori chiedono a gran voce sicurezza, chiedono la possibilità di avere itinerari certi, le famose direttrici, che non spariscano improvvisamente lasciandoli senza nessuna viabilità da poter percorrere». Una situazione che sta rendendo difficile anche la logistica portuale nello scalo romagnolo: «Oggi sono oltre 50mila le tonnellate ferme in porto di Ravenna e nei terminal che non riescono ad essere trasportate a destinazione per la mancanza di strade deputate. Questo porta allo stop della produzione con una forte flessione economica e ricaduta occupazionale».

Un problema che quindi è stato condiviso con gli altri stakeholder di settore e ora «confidiamo che il Governo, che ha indetto questo Tavolo nazionale, ascolti le nostre proposte». Il problema del resto è annoso e non interessa solo gli assetti stradali locali: «Da oltre 20 anni le aziende italiane sono chiamate a circolare con una deroga che non ha mai permesso sicurezza e programmazione. Conosciamo bene il problema: le perizie che non arrivano, i divieti che ogni giorno aumentano. Il tema Emilia Romagna è l’esempio di come questa deroga abbia fallito, di come le 108 tonnellate siano insostenibili per la nostra viabilità».


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