Ravenna, impianto di trattamento fanghi vicino alla pialassa

RAVENNA – L’Autorità portuale di Ravenna ha avviato la procedura di “scoping”, preliminare alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) volontaria per la realizzazione dell’impianto di trattamento dei materiali da dragaggio della cosiddetta “fase 2” dell’approfondimento del porto di Ravenna, quello che dovrebbe portare i fondali a 14,5 metri. Al momento si è ancora in attesa che inizino i lavori della prima fase, che ha l’obiettivo invece di approfondire il porto fino a 11,5 metri.

Ap comunque si porta avanti presentando le carte di quello che dovrebbe essere un impianto di trattamento rifiuti non pericolosi – quali sono i fanghi del porto – che servirà anche a mantenere la quota che si va a scavare. Si stima un utilizzo medio di 250mila metri cubi all’anno per un periodo di 15-16 anni. L’impianto sarà nei pressi della pialassa del Piomboni, in cui si presuppone che nel frattempo siano finiti i lavori di separazione tramite banchina dall’area portuale. Proprio appena all’esterno della zona protetta si trova l’area “ex Carni” dove sarà costruito l’impianto.

La zona in cui sarà posizionato l’impianto: in giallo, via Trieste

Secondo quanto si legge nella relazione di autorità portuale «il bacino di accumulo dei materiali da trattare sarà ricavato, per i primi sei anni di funzionamento dell’impianto di trattamento fanghi, in una porzione della stessa area ex‐Carni e successivamente presso le esistenti casse di colmata Nadep». La scelta di utilizzare un bacino di accumulo temporaneo per i primi sei anni, «è dettata dal fatto che in questo periodo la cassa Nadep dovrebbe essere impiegata per i lavori relativi al progetto dell’Hub portuale. L’area, di circa dieci ettari, è stata oggetto di un progetto di urbanizzazione per la realizzazione di un piazzale operativo ed è in fase di completamento il riempimento».

Non è ancora chiaro da dove sarà presa l’acqua necessaria per il trattamento (si stimano 3.300 metri cubi di acqua dolce al giorno). Di certo non potrà essere emunta dal sottosuolo. Il progetto prevede inoltre di allocare temporaneamente il fango di dragaggio all’interno di vasche arginate nella cassa di colmata Nadep, per poi trasferirlo tramite una draga all’impianto di trattamento. Per Autorità portuale «il progetto in esame, prevedendo il recupero dei fanghi di dragaggio per un loro successivo riutilizzo, attua pienamente le strategie della pianificazione in materia di gestione dei rifiuti».

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