«Il porto di Cattolica nuovo centro commerciale naturale»

Cattolica

CATTOLICA. Il porto di Cattolica, un centro commerciale naturale tra il nuovo lungomare e la stazione riqualificata. A ridare vigore al progetto, promosso dal comitato “Fronte del porto”, è il presidente di Confcommercio Giacomo Badioli, che parte dalla «notizia positiva» dello stop al centro commerciale di Misano Adriatico, e dalle barricate che tutte le associazioni stanno facendo verso il piano dell’Ipermercato di San Giovanni In Marignano. «Oggi, però, non può essere solo il tempo dei no. È il momento di pensare concretamente ai sì», gira pagina Badioli.

E così focalizzandosi sulla realtà legata a Cattolica, vede che «un centro commerciale nella Regina lo abbiamo già e si tratta di un centro naturale: il nostro porto. Il contesto urbano e storico di Cattolica ci consente di realizzare, zero nuovo cemento, un’area raccordata con il centro dove negozi di prossimità, ristorazione, attività culturali, spettacoli, possono creare un percorso naturale di tempo libero, svago, shopping, assolutamente unico, una zona a cui si accede dal nuovo lungomare e che rappresenti la naturale continuazione del nuovo waterfront della Regina».

Le potenzialità del territorio

Non solo. Secondo Badioli «basterà poi un collegarlo alla nuova stazione ferroviaria e ai suoi parcheggi con micro-mobilità sostenibile, per dare accesso a cittadini e turisti a aree pedonali e verdi, e alle nuove zone leisure, ristorazione e shopping del porto. Tutto ciò significa offrire un contenitore seduttivo per turisti e cittadini. In grado di rendere riconosciuta e riconoscibile in Italia e all’estero, la nostra destinazione». Badioli guarda alle tante potenzialità del territorio nei vari campi da sfruttare per il turismo, ma che ora «dobbiamo mettere a regime. Per esempio, nella zona dei 4 bar di via Fiume, con poco sforzo, mettendo in sinergia, commercianti, imprenditori, amministrazione, si può ritagliare uno spazio importante. Un luogo che con micro-eventi piccoli concerti, iniziative culturali e sociali, rende più viva e frequentata un’area molto bella e oggi non in grado di esprimere la sua potenzialità attrattiva».

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