Un colpo di straccio al banco del Tar

Calcio

«Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter), accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende i provvedimenti impugnati ai fini del riesame degli stessi nei sensi di cui in motivazione. Fissa per la discussione del merito l’udienza pubblica del 26 marzo 2019».

Chiaro per tutti vero?

Con una prosa avvincente come le istruzioni dell’Aspirina, ecco spiegato perché il Rimini ieri sera non ha giocato sul campo della Ternana il recupero della 1ª giornata del campionato di serie C.

Il problema è che se si legge a un tifoso la sentenza del Tar di ieri, il suddetto tifoso sbuffa e si gira dall’altra parte, non capisce, cambia discorso e passa ad altro. È il risultato della peggiore estate del calcio italiano, un’estate talmente brutta che oggi è il 25 ottobre e non è ancora finita. In serie C ci sono da mesi sei squadre esodate (Entella, Catania Ternana, Pro Vercelli, Siena e Novara) che si sono rivolte alla giustizia amministrativa per giocare nel campionato di B. Una serie B che in estate ha tagliato l’organico da 22 a 19 squadre con un colpo di mano della Lega serie B, approvato non si sa a quale titolo dall’allora commissario della Federcalcio, Roberto Fabbricini.

Ieri il Tar ha ratificato che formalmente Fabbricini ha sbagliato, poi con un colpo da maestro, fissa l’udienza per entrare nel merito al 26 marzo 2019. Ora, va bene che la fretta è cattiva consigliera, ma è un po’ come dire: gli esami di maturità sono irregolari, li sospendiamo e ne riparliamo in agosto. Da quasi cinque mesi, il calcio italiano procede con due tornei professionistici su tre con un organico provvisorio. Una mancanza di rispetto verso i presidenti di B e C che investono i loro capitali e verso i tifosi che si sforzano di credere che le classifiche si costruiscono con partite vinte, perse o pareggiate, non con colpi di straccio al banco del Tar.

L’offensivo viaggio di andata e ritorno a cui è stato sottoposto il pullman del Rimini è l’ultima ferita a un movimento che procede da mesi senza una direzione. Carlo Tavecchio ha lasciato la Figc il 20 novembre 2017 e il nuovo presidente (Gabriele Gravina) è stato eletto lunedì. L’eliminazione dai Mondiali contro la Svezia doveva essere un punto di svolta, era solo l’avviso che il peggio doveva ancora venire. E mai come oggi il calcio ci sembra un bellissimo mondo popolato da persone di cui non abbiamo alcuna stima. Forse è per questo che rispecchia così bene l’Italia.

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