Il web racconta la strage delle bici Obike: tutto ingigantito, danni rarissimi

Rimini

RIMINI. «Scrivono di una e subito sembrano mille». Quella di Mauro Conficoni, destination manager di Etabeta, società che gestisce i rapporti di Obike con il territorio, è un’affermazione emblematica, che racconta in poche e semplici parole l’incommensurabile potere del web. Un potere capace di creare e distruggere la realtà, modellata a piacimento degli utenti con qualche banale click e un post corredato da una fotografia.

Tra le “gioie” che l’era digitale regala tutti i giorni, si può annoverare anche la vicenda delle gialle biciclette di Obike. I ben noti velocipedi a uso urbano sono infatti costantemente al centro di accese polemiche sulle pagine dei gruppi Facebook cittadini, dove si possono leggere tutti i giorni commenti di sdegno per atti vandalici descritti come prassi quotidiana o vedere immagini raffiguranti biciclette “abbandonate” nei posti più disparati.

Verità deformata

Ebbene, la realtà non sta proprio così. La decisione di eliminare la cauzione di 5 euro al momento del noleggio della bicicletta sta, infatti, proprio a testimoniare il contrario. «Gli atti vandalici che abbiamo subito da marzo a oggi sono pochissimi – dichiara infatti il manager di Etabeta – da Ravenna a Cattolica, sono state al massimo 15 le biciclette rubate o danneggiate. È questo il motivo per cui abbiamo deciso di eliminare la cauzione, era semplicemente inutile».

Solo 1% danneggiate

A sostegno di questo trend positivo, diversamente da quanto dipinto sul web, Conficoni riferisce anche che «avevamo ipotizzato una percentuale del 10% di bici da sostituire, perché oggetto di danneggiamento o furti. Una previsione rivelatasi troppo pessimista: attualmente siamo solo all’1%».

Sulle ragioni di quello che appare un esempio di ottimo senso civico, Mauro Conficoni ha le idee ben chiare. «Le biciclette di Obike sono a prova di furto – spiega il manager di Etabeta – hanno le gomme piene, sono molto pesanti, arrivano a pesare fino a 20 chili. Non proprio agevoli da maneggiare e non esattamente adatte per un utilizzo quotidiano e continuativo. Dopo 1 chilometro hai le gambe di un giocatore di serie A».

«Imbecilli isolati»

«Chiaramente, “l’imbecille di turno” che si diverte a staccare la sella o i pedali c’è sempre – aggiunge ancora Conficoni - ma sono casi isolati. Secondo Facebook, però, risulta che tutti i giorni le biciclette vengono rubate o massacrate».

In generale, infatti, il riscontro di Conficoni, congiuntamente agli altri gestori di Obike, è molto positivo, sia in termini di utilizzo, che in relazione alle modalità d’uso dei velocipedi gialli. «È un servizio per tutta la città, le persone lo sanno, anche per questo lo rispettano. Ha dato modo di verificarsi anche a molti episodi virtuosi - racconta sempre Mauro Conficoni – come chi ha iniziato a raccogliere le biciclette a terra o mal posizionate, invece che semplicemente fotografarle e postarle su Facebook». A proposito, si ricorda che le bici che si trovano in giro per la città, in quelli che possono sembrare “posti qualunque”, non sono abbandonate. Sono nel luogo in cui l’ultimo fruitore le ha lasciate, in attesa che il prossimo le utilizzi, dopo averle localizzate con l’apposita applicazione per smartphone.

A dimostrazione del successo prorompente di Obike, anche la grande richiesta di biciclette gialle proveniente dagli albergatori, come riportato anche da alcune pagine Facebook, come “Ciclisti Urbani”. «In questi giorni – riferisce lo stesso Conficoni – altri 140 alberghi di Rimini hanno fatto domanda, tramite Aia, per poter ottenere un posizionamento privilegiato di Obike presso il proprio hotel, rendendole così disponibili per i clienti».

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