Società Isoldi, nuova richiesta di fallimento

Rimini

FORLÌ. La Procura di Forlì torna a chiedere il fallimento delle società Isoldi (la Spa e la Holding) dopo il nulla di fatto scaturito l’altro giorno dall’incontro per il concordato preventivo. La proposta avanzata dagli amministratori delle società dell’imprenditore bertinorese non è stata accolta da una quota sufficiente di creditori, così la Procura ha formulato al giudice Alberto Pazzi una nuova richiesta di fallimento.

L’incontro si è svolto giovedì tra le parti ed è stato l’atto finale di una trattativa che aveva visto nel luglio gli amministratori Ferdinando Superghi Furga, Federico Vigevani e Riccardo Roveroni presentare ai creditori la proposta di concordato preventivo, monetizzando il patrimonio stimato delle società di Isoldi per saldare in parte i debiti con banche e privati, a patto questi soggetti rinunciassero a parte delle somme dovute, pur di evitare il fallimento di Spa e Holding, richiesta che la Procura aveva avanzato con il Procuratore Sergio Sottani e il sostituto procuratore Michela Guidi (il magistrato che ha ereditato il fascicolo dai pm Marco Forte e Fabio Di Vizio). Un concordato che non ha convinto la maggioranza dei creditori, banche in testa, che hanno rigettato la proposta. A questo punto sarà il giudice Alberto Pazzi a dover dare un’ulteriore svolta a una faccenda finanziaria-giudiziaria tutt’altro che facile. Intanto Pierino Isoldi si trova in carcere dopo che la Cassazione aveva confermato nel maggio scorso la condanna a 12 anni per aver narcotizzato e pestato la propria amante, incinta al quinto mese, con lo scopo di farle perdere il figlio che portava in grembo. Lo aspettano altri 9 anni dietro le sbarre.

La prima richiesta di fallimento da parte della Procura era arrivata, oltre un anno fa, sulla base della relazione presentata dall’ispettore giudiziario Giovanni Errico (commercialista bolognese nominato dal Tribunale), che aveva fatto un quadro grave della situazione economica della Holding. Il capitale stimato della holding già allora era stimato di circa 180-190 milioni di euro. Quattro anni fa, gli stessi immobili, erano valutati 250 milioni, ma il mercato con questa crisi ha indebolito quel patrimonio. La differenza tra la stima dei beni delle società fatte dalla Procura è sensibilmente inferiore rispetto a quella degli amministratori.

Erano stati i componenti del collegio sindacale della Isoldi Holding spa, il presidente Domenico Camporeale e i sindaci effettivi, Antonio Ferraioli e Jacopo Casanova, assistiti dallo studio legale Fabbri di Cesena, a denunciare Isoldi sia al Tribunale civile di Forlì, che a quello di Roma, per tutelarsi rispetto alla situazione della società, sostenendo che vi fossero gravi negligenze suscettibili di provocare danni alla società.

Ora una nuova puntata, ancora una volta sfavorevole all’immobiliarista.

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