Nuova notte di violenza alla Gulli: c’è lo spettro di una spedizione punitiva

Ravenna

RAVENNA. Nuova notte di scontri nella zona Gulli. Ma questa volta non c’entrano bande di latinos o qualche rissa tra bande rivali. Quanto avvenuto nella mezzanotte circa tra martedì e mercoledì ha piuttosto tutta l’aria di un raid punitivo. Non è chiaro al momento se il “plotone” nero vestito arrivato in via Pola fosse sorretto da motivazioni politiche, fatto sta che poco prima di mezzanotte un gruppetto si è presentato in strada vestito con felpe nere e con i cappucci in testa. L’intento a quanto pare era ben preciso: ingaggiare uno scontro faccia a faccia con un gruppo di immigrati presenti nella zona. In tutto una ventina di persone circa ha partecipato allo scontro. Chi era presente ha raccontato di una rissa in piena regola, con calci e pugni che volavano da ogni parte e i due gruppi che si rincorrevano lungo la strada. Impauriti dal momento di violenza, i residenti hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per sedare quanto stava accadendo sotto le loro abitazioni. Sul posto sono immediatamente arrivati sia i carabinieri che la polizia, che hanno dato inizio alla ricerca dei responsabili, che tuttavia si sono dileguati subito per non farsi identificare.

Il precedente

Nel quartiere si tratta del secondo episodio di violenza in appena due giorni. Anche lunedì sera, infatti, è stata una nottata di fuoco nel quartiere, in particolare nelle vie Tommaso Gulli e Aquileia. In quel caso sono volate bottiglie e anche bidoni della spazzatura in uno scontro tra diverse persone di origine latino americana. Quando sono arrivate le forze dell’ordine, i protagonisti sono scappati e i poliziotti hanno trovato il titolare della vicina macelleria trincerato e impaurito all’interno dell’attività. In quel caso non è chiaro cosa possa aver innescato la rissa all’interno del gruppetto di stranieri che si era formato sul marciapiede. Tornata la calma una trentina di residenti sono scesi in strada per osservare i “resti” dello scontro, testimoniando la loro esasperazione verso un quartiere dove si sentono «minacciati e aggrediti ogni sera da chi bivacca e spaccia».

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