Bastano 16 euro per dirsi addio, a Ravenna è boom di divorzi brevi

Rimini

RAVENNA. Scordatevi il “finché morti non vi separi”. A Ravenna è boom di divorzi brevi, “celebrati” davanti a un impiegato comunale, secondo le nuove normative introdotte dalla legge 162/2014. Da quando è entrata in vigore (l’11 dicembre dello scorso anno) al 31 marzo sono già 28 le coppie corse a Palazzo Merlato per l’addio definitivo; 18 quelle invece per la separazione. In pratica, una coppia scoppiata ogni tre giorni, al mero costo di 16 euro, senza obbligo di tribunale e avvocati. Ma facciamo un passo indietro: è il 10 novembre 2014 quando, dopo esser stato approvato in consiglio dei ministri, il decreto 132 viene convertito in legge, la numero 162. Quest’ultima stabilisce che, in tutti i casi di separazione e divorzio in cui ci sia il consenso dei due coniugi, le coppie, purché senza figli minori o disabili e senza contenzioni patrimoniali, possono rivolgersi al sindaco del comune di residenza per recidere il sacro vincolo del matrimonio. Una soluzione certamente più rapida e, soprattutto, molto più economica. Dirsi addio in Comune costa infatti 16 euro, quanto due biglietti del cinema. Una modica cifra, che costituisce l’importo di diritto fisso che le coppie devono versare all’Amministrazione «all’atto della conclusione dell’accordo di separazione personale, ovvero di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, nonché di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio, ricevuto dall’ufficiale di stato civile» come specificato nella delibera della giunta comunale del 3 marzo scorso. Certo, la faccenda non è poi così semplice: possono beneficiare di questa legge le sole coppie senza prole e non “invischiate” in questioni patrimoniali, quali beni da dividere o alimenti da concordare. In questi casi, infatti, il sindaco non basta, dato che «l’ufficiale di stato civile non può svolgere nessuna mediazione». Eppure, dai numeri sembra che il divorzio lampo abbia già avuto un buon riscontro a Ravenna, ma il vicesindaco Giannantonio Mingozzi, a quota 900 “sì” in veste di amministratore, frena. «Penso che questi siano mesi di eccezionalità, dovuti alla novità delle normative entrate in vigore. Smaltiti gli effetti di quest’ultima, torneremo ad una media usuale di divorzi e separazioni. Presumo che questi dati siano frutto di decisione covate da tempo e che le persone abbiano accelerato le procedure cogliendo l’occasione offerta dalla nuova legge. Auspico si torni presto ad una normalità, anche perché per Ravenna, in cui si moltiplicano i luoghi dove poter celebrare le nozze, non sarebbe certo un bel segnale».

 

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