Cesi, è stato già nominato un liquidatore

Rimini

IMOLA. Nessun accordo sugli ammortizzatori sociali, la notizia peggiore che non è più solo nell’aria, e una conferenza stampa convocata in fretta e furia ieri sera per questa mattina proprio davanti ai cancelli dell’azienda ormai sotto assedio. I sindacati annunciano che per la Cesi di Imola è già stato nominato un liquidatore.

Ora a rischio ci sono i redditi di 403 dipendenti (311 sono oltre che lavoratori anche soci della cooperativa ) che dopo aver ricevuto in anticipo di una decina di giorni sulla normale scadenza lo stipendio di giugno e la quattordicesima avevano cominciato a sospettare che la liquidità per l’azienda era già diventata un problema. Lo era già da mesi, ma gli stipendi sono sempre stati pagati, ora questo anticipo ha fatto intendere che si trattava dell’ultimo sforzo possibile prima della batosta.

La visura camerale con la nomina del liquidatore l’hanno sventolata ieri sotto al naso degli amministratori dell’azienda gli stessi sindacati di categoria all’incontro che sarebbe dovuto servire a raggiungere un accordo su ulteriori ammortizzatori sociali.

Allo stesso modo la notizia l’hanno avuta letteralmente in diretta i lavoratori riuniti in assemblea e in parte presenti per darsi il cambio nel presidio permanente, tenuto in piedi anche di notte, scattato da mercoledì mattina.

Oltre a non aver fruttato nulla sul fronte degli ammortizzatori sociali, l’incontro di ieri, già molto teso, si è risolto nel peggiore dei modi. Il presidente, provato, è sceso fra i lavoratori per prendersi l’impegno di gestire quanto meglio possibile questo delicato momento. Anche se anche a livello istituzionale il momento è il peggiore, dal momento che un tavolo sul settore di cui Cesi era parte era aperto in Regione e l’interlocutore diretto era il presidente Vasco Errani ora dimissionario.

Intanto lunedì prossimo è fissata la prima udienza di prefallimento nel procedimento avviato da un fornitore lombardo che reclama il pagamento di una fattura da 200mila euro. Non l’unica in sospeso. Sono infatti 1125 i creditori dell’azienda di costruzioni che negli ultimi decenni ha avuto in appalto molte delle più grandi opere cittadine a Imola e anche nel Bolognese. Il fatto è che molte delle aziende in lista d’attesa per essere pagate sono proprio aziende più piccole imolesi, insomma i ci saranno anche altre ripercussioni oltre a quelle dirette sulla vita lavorativa dei dipendenti di via Sabattani.

Da mesi ormai gli incontri fra sindacati di categoria e amministrazione aziendale finivano in “fumate grigie” i sindacati di categoria.

Gli ammortizzatori sociali in essere, avviati dal primo settembre 2013, si avviano a scadenza il 30 agosto: prevedono per i dipendenti amministrativi contratti di solidarietà con una riduzione media del 60 per cento dell’orario di lavoro, e per gli operai di cantiere la cassa integrazione ordinaria per consentire il proseguimento dei lavori in essere.

L’obiettivo dei sindacati, un mese fa come ieri, era che nessuno restasse fuori dal percorso degli ammortizzatori. La prospettiva che si profilava però da tempo nel piano industriale presentato dalla Cesi era quella degli esuberi, 200 su poco più di 400 dipendenti. Ora lo scenario si complica, l’interlocutore diventa direttamente il liquidatore.

 

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