IMOLA. Un calo di accessi che non deve trarre in inganno. L’anno scorso sono state 730 le persone che si sono rivolte alla Caritas, il 9% in meno rispetto all’anno prima, ma il discorso va completato dicendo che la media mensile è stata di 372 accessi, il 10% in più. È quanto emerge dal rapporto Caritas sulle povertà 2015, un dato che indica come il disagio sul territorio si sia cronicizzato.
I numeri. Italiani o stranieri, donne o uomini, non fa differenza. Chi ha bussato agli uffici di via IX Febbraio lo ha fatto perché si trovava in difficoltà. E a maggior ragione nell’anno giubilare della Misericordia, «e proprio con tale sguardo di misericordia che intendiamo confermare il nostro servizio nei confronti di quelli che fanno più fatica», si legge nell’introduzione del rapporto. Tra questi, 198 persone sono i cosiddetti “nuovi arrivi”, contro i 215 del 2014. Il calo del turn over è sintomo di un ristagno della povertà. Nel rapporto si tiene conto anche dei “ritorni”, cioè coloro che si sono ripresentati in Caritas dopo oltre un anno di assenza (sintomo di un peggioramento della loro situazione). Nel 2015 sono stati 219, contro i 155 del 2014, il che fa desumere all’ente caritativo che le condizioni di molti nuclei familiari siano rimaste, stabili nella difficoltà.
Il contesto sociale. Nel rapporto emerge che molte famiglie, ma soprattutto persone single, sono emigrate dal nostro territorio per trasferirsi in territori, italiani e soprattutto esteri, con maggiori opportunità lavorative. La congiuntura economica, leggermente migliorata nel 2015, ha offerto possibilità di maggiore impiego a persone con livelli scolastici o di specializzazione più alti o con maggiore capacità di adattamento. Inoltre, la costituzione dell’Emporio No Sprechi ha frenato l’afflusso delle persone che nel passato si presentavano per chiedere dei generi alimentari che distribuivamo direttamente.
Nuovi progetti. Creatività, collaborazione e fiducia. È su questi tre punti che si incentrano le attività e i progetto che Caritas intende realizzare durante l’anno. Tra i progetti di accoglienza si segnala l’apertura dell’asilo notturno in via IX Febbraio (dieci posti letto per i senzatetto, il servizio ha debuttato ieri sera) e la riprogettazione della casa di seconda accoglienza del Piratello. Sul fronte dell’integrazione, da domani la Caritas offre tutti i venerdì una sala ai rappresentanti della comunità islamica per incontrare quei confratelli che non la frequentano «per diffondere anche a loro quei messaggi come pace, solidarietà e fratellanza di cui la comunità islamica dice di esser portatrice», spiega il direttore della Caritas diocesana Luca Gabbi. Da ultimo, la Caritas a breve darà il via al progetto “orto-giardino sociale”, che nello specifico è quello del Vescovado (non accessibile al pubblico, ndr). «Lì chi nel tempo ci ha detto “cosa possiamo fare per contraccambiare l’aiuto ricevuto” si occuperà di manutenzione, ortocoltura e frutticoltura. I prodotti che nasceranno vanno a chi li ha coltivati, il resto alle opere della Caritas».