I prof e i bidelli bloccano per un mese le attività aggiuntive

Rimini

IMOLA. Stop alle attività aggiuntive finanziate col fondo per l’offerta formativa. Attività che formalmente sono un di più, ma che di fatto fanno della scuola quello che, seppur tra tante difficoltà, è, cioè un luogo di formazione a tutto tondo.

Per un mese, dal 21 febbraio al 22 marzo, docenti, personale educativo e ausiliario (Ata) si asterranno da tutte le attività aggiuntive, una categoria in cui ricadono, per citarne alcune, le gite, i corsi di recupero, le lezioni e i laboratori legati all’educazione fisica, musicale e artistica che le famiglie considerano oramai parte integrate dell’offerta scolastica.

Evidentemente così non è, e la Flc-Cgil, che ha proclamato la protesta, vuole farlo toccare con mano. Per il secondo anno consecutivo, denuncia il sindacato, le risorse legate agli scatti d’anzianità “si andrà a recuperale dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. A farne le spese, così, oltre al personale, sarà la qualità della scuola”.

Spiega la segretaria della Flc, Mirella Collina, che la vicenda è legata ai famosi 150 euro di scatti maturati dagli insegnanti nel 2011 e di cui il ministro del Tesoro aveva chiesto la restituzione, salvo poi fare retromarcia a stretto giro di posta. Nel decreto di gennaio però è previsto il finanziamento degli scatti non per l’intero anno bensì per sole sei mensilità.

«Ad oggi alle scuole sono arrivate solamente la metà delle risorse riguardanti l’offerta formativa e come l’anno scolastico precedente si sta facendo largo nelle prospettive del ministero e di altre organizzazioni sindacali - affermano dalla Cgil - l’idea che si debbano pagare gli scatti di anzianità con i fondi dedicati ai progetti che vanno a migliorare l’offerta formativa. Questi fondi erano già stati decurtati del 30-40% l’anno scolastico precedente per poter retribuire gli scatti e quindi in tutte le trattative già partite negli istituti scolasti prevedono un forte ridimensionamento dei progetti rivolti agli studenti. In questo modo non si garantisce la qualità dell’offerta formativa riducendo la scuola ad un puro servizio scolastico di base».

Oggetto della controversia tra governo e organizzazione sindacale non è però la posizione dei soli docenti. Anche per il personale Ata, che è dunque chiamato all’astensione dalle prestazioni extra, ci sarebbe infatti l’intenzione da parte del ministero di procedere con il recupero in busta paga delle somme percepite per la prima e la seconda posizione da settembre 2013.

Il 14 febbraio è poi previsto lo sciopero dei dirigenti scolastici, per i quali è stata annunciata le decurtazione della parte variabile del salario, mentre, aggiunge la segretaria della Flc, «un’altra situazione insostenibile è il ritardo nei pagamenti del personale precario per le retribuzioni, Tfr, ferie e i Pas (percorsi abilitanti speciali per svolgere la professione)».

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