Drei: «Ci si fa da parte per lasciare spazio al nuovo, non perché torni il vecchio»
FORLI'. «Qualcuno pensava che i provvedimenti e i progetti illustrati nelle ultime settimane fossero una mia mossa tattica in vista di una seconda candidatura. Direi che ora è chiaro a tutti: erano semplicemente cose che andavano fatte e sono state fatte». Nel frattempo ha atteso che si consumassero tutte le scadenze elettorali in ballo, politiche e amministrative di città vicine, poi ha scoperto le carte: si farà da parte.
La sorpresa
Davide Drei sa di aver sorpreso diverse persone all’interno del proprio partito con la sua decisione di non ricandidarsi a un secondo mandato, scelta di cui ha messo a parte prima di tutti proprio il direttivo del partito, nemmeno la sua stessa giunta era stata preventivamente avvisata, «sapevano che sarebbe stata una decisione di prerogativa del sindaco, e avevo detto che avrei avvisato prima di tutti il Pd», sottolinea Drei. Con questa stessa giunta resta ancora quasi un anno di cammino da fare. «L’ultimo anno è quello del raccolto, porteremo a compimento diversi progetti – dice Drei –. Di molti altri abbiamo seminato l’avvio, penso al terzo lotto della tangenziale, o alla nuova gestione dell’aeroporto, e saranno altri sindaci a tagliare il nastro, così come è capitato a me. Questo fa parte della vita dei sindaci, l’importante è farle le cose, non inaugurarle. Considero di aver adempiuto al patto con i miei elettori, di aver svolto il mio compito e comunque resta ancora un periodo importante di lavoro che svolgerò fino all’ultimo giorno di lavoro che mi spetta».
Maggioranza difficile
Non sono stati pochi i momenti difficili, innescati spesso dalla stessa maggioranza. «Non lo nego, ma poiché mi considero più un amministratore che un politico, sono arrivato a questa conclusione, anche difficile: proprio perché non voglio essere io il freno a una nuova strategia. Ora chiedo che chi deve decidere volti pagina davvero, eliminando figure o dinamiche del passato. Ci si mette da parte per favorire l’ingresso del nuovo, non il ritorno del passato».
Primarie e stoccate
Da qui la richiesta di primarie. «È l’unico modo in caso di più candidati – conferma Drei –. Oggi fare il sindaco non è un titolo onorifico, è un lavoro vero e proprio, occorre grande disponibilità per far sì che i problemi della città arrivino proprio sul tavolo de primo cittadino e qui trovino soluzione. Fra i molti requisiti necessari, uno che aiuta molto è senza dubbio la pazienza. Sempre in tema di “maggioranza difficile”, l’esperienza ha insegnato al sindaco in scadenza che «le alleanze vanno ben mediate fin dall’inizio, sia con i piccoli partiti che con le liste civiche». La stoccatina, neanche a dirlo, va poi a chi in corso d’opera ha proprio mutato nome. « “Noi con Drei” ha avuto un grande successo e la maggior parte dei voti li hanno presi senza preferenze, quindi è stata votata appunto la lista col nome Drei. Poi però ha perso il proprio filo conduttore, si è persa la sostanza di un gruppo e sono rimasti in campo solo i primi della fila». Tanto per mettere un po’ di pepe sulla campagna elettorale che comincia. L.G.
La sorpresa
Davide Drei sa di aver sorpreso diverse persone all’interno del proprio partito con la sua decisione di non ricandidarsi a un secondo mandato, scelta di cui ha messo a parte prima di tutti proprio il direttivo del partito, nemmeno la sua stessa giunta era stata preventivamente avvisata, «sapevano che sarebbe stata una decisione di prerogativa del sindaco, e avevo detto che avrei avvisato prima di tutti il Pd», sottolinea Drei. Con questa stessa giunta resta ancora quasi un anno di cammino da fare. «L’ultimo anno è quello del raccolto, porteremo a compimento diversi progetti – dice Drei –. Di molti altri abbiamo seminato l’avvio, penso al terzo lotto della tangenziale, o alla nuova gestione dell’aeroporto, e saranno altri sindaci a tagliare il nastro, così come è capitato a me. Questo fa parte della vita dei sindaci, l’importante è farle le cose, non inaugurarle. Considero di aver adempiuto al patto con i miei elettori, di aver svolto il mio compito e comunque resta ancora un periodo importante di lavoro che svolgerò fino all’ultimo giorno di lavoro che mi spetta».
Maggioranza difficile
Non sono stati pochi i momenti difficili, innescati spesso dalla stessa maggioranza. «Non lo nego, ma poiché mi considero più un amministratore che un politico, sono arrivato a questa conclusione, anche difficile: proprio perché non voglio essere io il freno a una nuova strategia. Ora chiedo che chi deve decidere volti pagina davvero, eliminando figure o dinamiche del passato. Ci si mette da parte per favorire l’ingresso del nuovo, non il ritorno del passato».
Primarie e stoccate
Da qui la richiesta di primarie. «È l’unico modo in caso di più candidati – conferma Drei –. Oggi fare il sindaco non è un titolo onorifico, è un lavoro vero e proprio, occorre grande disponibilità per far sì che i problemi della città arrivino proprio sul tavolo de primo cittadino e qui trovino soluzione. Fra i molti requisiti necessari, uno che aiuta molto è senza dubbio la pazienza. Sempre in tema di “maggioranza difficile”, l’esperienza ha insegnato al sindaco in scadenza che «le alleanze vanno ben mediate fin dall’inizio, sia con i piccoli partiti che con le liste civiche». La stoccatina, neanche a dirlo, va poi a chi in corso d’opera ha proprio mutato nome. « “Noi con Drei” ha avuto un grande successo e la maggior parte dei voti li hanno presi senza preferenze, quindi è stata votata appunto la lista col nome Drei. Poi però ha perso il proprio filo conduttore, si è persa la sostanza di un gruppo e sono rimasti in campo solo i primi della fila». Tanto per mettere un po’ di pepe sulla campagna elettorale che comincia. L.G.