«Il mio incarico è un grande premio che Salvini ha fatto alla Romagna»

Forlì

FORLI'. La gavetta è stata abbastanza lunga, ma i frutti sono maturati tutti d’un colpo, dal circolo di quartiere al Parlamento e ora al sottosegretariato di Stato. Jacopo Morrone, il 4 marzo scorso brindava da neo deputato, ieri ha giurato a Palazzo Chigi insieme a 45 fra sottosegretari e viceministri insieme ai reggenti dei dicasteri, al premier Giuseppe Conte e ai due vicepremier, uno dei quali è il suo “mentore”, Matteo Salvini.

Nato a Forlì il 23 gennaio 1983, è laureato in giurisprudenza ed esercita come avvocato. È sposato, con due figli. È diventato segretario nazionale della Lega Romagna nel 2015, dopo aver ricoperto per due mandati il ruolo di segretario provinciale della Lega Nord di Forlì-Cesena, dall’ottobre 2009. L’ultimo sottosegretario prima di lui era stato Roberto Pinza, al ministero del Tesoro nel primo governo Prodi (1996) e nel primo governo D’Alema (1998).

Come è nato questo suo nuovo incarico, era atteso?

«Direi proprio di no. Io pensavo alla commissione agricoltura, perché in fondo sul mio territorio io mi sono occupato principalmente di questo. Martedì pomeriggio mi è arrivata la telefonata del segretario federale della Lega Matteo Salvini, che mi ha fatto questa proposta».

La sua reazione?

«Beh, la sorpresa, e l’onore. È un grande premio che Salvini ha fatto alla Romagna. Affronterò l’incarico con la tenacia e l’impegno costanti che caratterizzano ogni attività che ho intrapreso, compresa quella politica a cui mi sono avvicinato animato dalla profonda passione civile che la mia famiglia mi ha trasmesso. Ringrazio tutti coloro che hanno riposto fiducia in me e che mi hanno dato la possibilità di lavorare per il nostro Paese».

Cosa conosce il vicepremier della Romagna?

«Matteo conosce bene la Romagna e gli piace. Conosce la costa e anche l’interno, l’ho portato in diversi paesi del nostro territorio, Sant’Agata Feltria, Galeata, Borello, dove abbiamo fatto una battaglia sulla presenza degli immigrati».

E a tal proposito, lei ha già dichiarato che Salvini con la vicenda “Aquarius” in pochi giorni ha ottenuto sul fronte sbarchi più di quanto non avessero fatto i governi precedenti per anni? Il governo continuerà così?

«Sono stati dati alcuni segnali importanti per ottenere rispetto. Credo che la posizione di Salvini sia stata lungimirante. Rimanere supini alle scelte dell’Europa, come l’Italia ha fatto per anni, non ha pagato. Ora tutte le nazioni europee sono state messe in allarme, la prospettiva è cambiata. Un primo passo è stato fatto e credo che i risultati ci saranno se non si tratterà di azioni spot. Poi gli sbarchi non si fermeranno, credo che questo sia chiaro per tutti».

Tra fare opposizione, o campagna elettorale, e governare c’è differenza.

«Adesso credo che si debba parlare poco, ma parlare coi fatti».

Rapporto col territorio: quali saranno i suoi impegni?

«Bisogna vedere quali saranno le deleghe che mi vengono date. Di sicuro l’impegno per il territorio sarà massimo, magari non si potrà risolvere tutto in poco tempo, ma la dedizione sarà totale. Molti sindaci mi hanno chiamato e mi ha fatto piacere. Fra i progetti che avevamo nel cassetto sul fronte della giustizia c’era quello di portare una Corte d’Appello in Romagna, proprio nel nome di una autonomia chiara. Poi lavorare affinché non siano tagliati i servizi, ad esempio il giudice di pace. Tutti punti che vedrò di mettere in ordine e affrontare».

Il sindaco di Forlì l’ha già sollecitata sul nuovo carcere da completare. Proprio oggi (ieri, ndr) il garante regionale dei detenuti ha reso pubblica la sua relazione annuale che parla di 3500 reclusi nei 10 carceri regionali, la metà dei quali stranieri; 1383 atti di autolesionismo, 8 suicidi e 125 tentativi, sovraffollamento al 124%, in media il 10% in più della media nazionale, carenza di organico. Come verrà affrontato questo tema?

«Se il Comune e la Regione evidenzieranno questa come una priorità certamente verrà presa in considerazione. Nei prossimi giorni raccoglierò un’ informativa dettagliata sul carcere di Forlì, innanzitutto per essere chiaro coi cittadini. Se dopo tanti anni la struttura è fatta ancora per meno della metà vuol dire che i governi precedenti hanno perso parecchio tempo. Comunque non è che abbiamo la bacchetta magica».

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