Soldi subito per quasi mille imprese. Carim torna il "polmone finanziario"

Rimini

RIMINI. Un miliardo e trecento milioni in tre anni. Una robusta iniezione di finanza, oltre 400 milioni di euro l’anno, per accompagnare la Romagna e i suoi imprenditori verso un radicale processo di riqualificazione. Credito già predeliberato a beneficio di 950 imprese selezionate del Riminese. Mutui a condizioni estremamente vantaggiose per le famiglie.

Banca Carim si ripresenta sul mercato come banca del territorio ma mostra le spalle robuste del grande gruppo internazionale che ne ha acquisito quasi totalmente la proprietà, il Crédit Agricole-Cariparma.

Il direttore generale Giampaolo Scardone non ha dubbi sul fatto che il primo istituto di credito del Riminese - forte di circa il venti per cento del mercato, sia per depositi che per impieghi - tornerà rapidamente a rappresentare «il polmone finanziario del territorio».

La crisi

La storia del tracollo della Cassa è nota: la concessione di credito eccessivamente a rischio, le perdite conseguenti, il gigantismo delle filiali, il crollo delle azioni. Le polemiche, le inchieste, i processi (tutti assolti). Ora Crédit Agricole, che insieme a Carim ha rilevato le casse di risparmio di Cesena e San Miniato, vuole voltare a pagina e scrivere un nuovo capito di una storia cominciata nel 1840. Anche nei rapporti con gli azionisti, soprattutto quelli privati, che hanno visto ridurre quasi a carta straccia il valore dei propri titoli. «Agli azionisti privati faremo un’offerta capace di limitare i danni che hanno subìto - spiega Scardone -. Le perdite saranno così ridotte e garantiremo loro condizioni esclusive per i rapporti futuri. Di fronte a casi analoghi gli azionisti non hanno avuto alcuna forma di rimborso».

Vuole essere una sorta di operazione simpatia, oltre che di adeguato indennizzo, verso un territorio sul cui futuro Crédit Agricole nutre grande fiducia. «Le culture della Cassa di risparmio e del Crédit Agricole si fondono con la prospettiva di un grande futuro sulla dorsale Adriatica, comprendendo un pezzo delle Marche - argomenta ancora il direttore generale -. Abbiamo a disposizione un budget di un miliardo e trecento milioni per i prossimi tre anni e questo rappresenta un’enorme iniezione di finanza per l’economia locale».

Il rilancio dei mille

Per quasi mille aziende l’erogazione del credito è già predeliberata perché la banca ha fatto una selezione a monte al fine di partire subito con il sostegno del credito alle imprese.

Crédit Agricole (il marchio in futuro sarà questo) ha pronti altri trenta milioni per riqualificare le filiali e potenziare la rete informatica, operazioni che si erano arenate nel momento della crisi. Così come i prodotti destinati alle famiglie, «che saranno molto convenienti», a partire dai mutui. «In determinati momenti ci siamo visti costretti a metterci fuori dal mercato, peggiorando le condizioni offerte, proprio perché non eravamo in grado di fornire credito».

Scardone rileva come la fiducia verso la banca di fatto non sia mai venuta meno, «non c’è stato alcun fuggi-fuggi neppure nei momenti peggiori», e ora il sentiment è estremamente positivo. «Riscontriamo grande attesa per l’istituto di credito: la Riviera ne ha bisogno per riqualificarsi e proiettarsi verso il futuro con strumenti innovativi, come ad esempio il parco del mare», il progetto di rilancio del lungomare dal porto a Miramare. «Senza riqualificazione le aziende non possono avere futuro. Al contrario, accompagnando gli investimenti Crédit Agricole saprà creare condizioni benefiche per ottenere risultati importanti per i propri azionisti e per il territorio in cui opera».

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