Riparte la caccia alla prima casa: domanda cresciuta del 35% in un anno

Rimini

RIMINI. Dopo anni di picchiata libera, a Rimini riprende la corsa del mattone. In cinque anni i prezzi delle case sono scesi del 30 per cento, mentre nell’ultimo anno la richiesta è aumentata di oltre il 35 per cento.

A fare il punto sull’andamento del mercato è Nello Salvati, presidente provinciale della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti di affari) che aderisce a Confcommercio, nonchè titolare di Tecnohouse immobiliare.

«Nei primi due mesi del 2016 abbiamo registrato risultati che vanno oltre le più rosee aspettative. Importante il fatto che è diventato più facile ottenere un mutuo per l’acquisto delle abitazioni. Tuttavia, a fare la differenza, è il rinnovato clima di fiducia che si respira tra famiglie e imprese, specie dopo tanti anni di difficoltà che hanno messo in ginocchio il settore immobiliare».

Che cosa cercano i riminesi sul mercato?

«Soprattutto la prima casa. Minimo un trilocale con due camere da letto. Ma c’è anche qualcuno che chiede volumi più grandi e, con la flessione dei prezzi, a volte si riescono a portare a termine ottimi affari».

Ad esempio?

«Negli ultimi 5 anni i prezzi delle case sono calati davvero molto, almeno del 30%. Con il costo che aveva un trilocale qualche anno fa, oggi si può aspirare anche a un quadrilocale. E chi è più abile, può spuntarla persino a 200mila euro. Diciamo che ricalibrare i prezzi ha sicuramente portato dei vantaggi a chi deve acquistare».

Si cerca di più il nuovo o l’usato?

«L’usato di 10-15 anni si vende meglio di una casa nuova costruita 5 anni fa. Anche perché il nuovo che è sul mercato è davvero minimo. Ci sono invece da smaltire diversi alloggi con 5 anni di età, quelli rimasti invenduti a causa della crisi e che a volte implicano transazioni complesse. Si tratta di alloggi mai abitati ma non perfettamente affidabili rispetto agli ultimi dettami del mercato. Penso alle certificazioni energetiche che vengono sempre più prese in considerazione da chi compra, perché permettono risparmi importanti».

Quanti soldi spendono i riminesi?

«L’acquisto medio ha un costo che si aggira fra i 200mila e i 220mila euro. Poi c’è chi spende meno e chi supera la soglia dei 300mila euro».

Chi cerca casa?

«Soprattutto giovani coppie o famiglie composte da 3-4 persone. Da un lato molti hanno ritrovato una stabilità lavorativa, dall’altro le banche stanno aprendo sempre di più le porte dei mutui. Adesso gli istituti di credito hanno “in pancia” numerosi immobili da vendere».

E gli hotel?

«Come per le case, si sta iniziando a muovere qualcosa. Anche perché siamo di fronte a svalutazioni ragguardevoli. Faccio un esempio: c’è un quattro stelle in prima linea che sei-sette anni fa era valutato 14 milioni di euro mentre oggi costa 7-8 milioni. Per anni non vi è stata traccia di acquirenti, oggi qualcuno arriva da fuori. Ma pure gli albergatori riminesi, con tutte le difficoltà che sta attraversando il settore, se fiutano l’affare provano a concluderlo».

Di quanto è aumentata la richiesta di immobili?

«Di circa il 20% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, e di circa il 35% rispetto alla media annuale del 2015. Un dato che emerge dal confronto con tanti colleghi della provincia. Ciò non significa che le vendite sono aumentate in uguale proporzione, tuttavia ci sono molte più opportunità di concludere le trattative».

Quali sono le difficoltà normative?

«Diciamo no alle ingerenze delle banche nel mercato immobiliare: ognuno faccia il proprio mestiere. A partire dal governo che dovrebbe tutelare il settore. Il provvedimento sui pignoramenti facili va ritirato, senza se e senza ma, per evitare che le banche inseriscano nei contratti di mutuo, anche dopo la stipula, una clausola che lede i diritti dei consumatori».

Vuole aggiungere qualcosa?

«Vorrei lanciare un appello ai consumatori: rivolgetevi sempre e soltanto a società di intermediazione e ad agenti immobiliari iscritti alla Camera di Commercio in regola con le leggi, come possedere una valida polizza assicurativa per i rischi professionali. E’ una battaglia che sta molto a cuore alla Fimaa, la nostra federazione».

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