Sei depresso? Studia la storia

Rimini

RIMINI. Stanchi dell’attuale conformismo catastrofista? L’antidoto può essere “Mai stati meglio. Guarire da ogni malanno con la storia”, di Lia Celi e Andrea Santangelo, appena uscito da Utet. Perché, scrivono gli autori, se «aumenta il consumo di ansiolitici e antidepressivi, di tisane, i corsi di yoga si affollano» e «gli scaffali di self help delle librerie fioriscono di manuali che insegnano a curare corpo e mente con l’arte, la musica e la letteratura», la Musa in grado di aiutarci ad affrontare serenamente l’attualità potrebbe essere… Clio, patrona della storia.

«Certo: la storia può aiutarci a ridimensionare le ansie e i magoni del presente, ma, come certe medicine efficaci ma non proprio appetibili, va resa più gradevole ed efficace con abbondanti dosi di satira e umorismo» spiega l’autrice riminese Lia Celi. «Che già da soli, va detto, sono un eccellente antidepressivo.»

Ma come funziona, la vostra “storiaterapia”?

«Chi ha lo sguardo “lungo” non si lascia spaventare dal presente, per quanto sconsolante sia. Sa che è solo un passaggio e, anzi, è curioso di sapere come andrà a finire. Chi studia storia sa che le vicende umane sono state un susseguirsi di alti e bassi e che non c’è crisi, per quanto lunga e profonda, senza rinascita. Ci si abitua in fretta alla comodità e alla sicurezza, e l’epoca presente, almeno in Occidente, ce ne offre in quantità inimmaginabili anche solo rispetto agli anni Cinquanta, quando i bambini morivano per infezioni oggi debellabili in pochi giorni con un antibiotico e piatti e bucato si lavavano solo a mano, e nemmeno in casa. Per le donne la lavatrice e la lavastoviglie sono state quel che Lincoln è stato per i neri d’America».

Tra i principali imputati per il conformismo catastrofista di cui sopra ci sono i mass media…

«Perché puntano a scatenare le emozioni, e le più potenti e immediate sono la paura e la rabbia. La pervasività e l’invadenza di un tipo di informazione ansiogena a lungo andare logorano speranza e coraggio, le forze che possono spingerci a sfidare ciò che ci spaventa e a cambiare quel che ci fa arrabbiare. La storia ci insegna che l’umanità ha superato momenti peggiori, e che invece di lamentarci e aspettare aiuto dall’alto dovremmo rimboccarci le maniche e spremerci le meningi. Non solo per migliorare la nostra situazione, ma anche per ampliare quanto più possibile a chi ancora non ne gode gli agi e i diritti che i nostri antenati hanno conquistato per noi con lotte e fatiche».

E che dire della “cattiva maestra” televisione in cui proprio un anno fa iniziava l’esperienza di “Celi, mio marito!”?

«…ho ancora i brividi. È stato interessante e istruttivo quanto basta per capire che per diventare un personaggio televisivo e reggere un programma da soli ci vuole un’esperienza e anche una temerarietà che io non ho. Ma la televisione non è una cattiva maestra, se fatta bene, e non mi tirerei indietro davanti a una nuova proposta che mi coinvolgesse come autrice. Ma intanto ho altri programmi: sarò impegnata insieme ad Andrea Santangelo (storico e archeologo riminese appassionato di storia militare, ndr) nelle presentazioni di “Mai stati meglio”, e il 21 maggio saremo a Rimini, alla libreria Feltrinelli, alle 18. E pensiamo a un prossimo libro insieme: va da sé che, se sarà un romanzo, sarà di genere storico...».

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