Al teatro Galli di Rimini la Traviata di Verdi

RIMINI. Ancora caldi i riflettori accesi sull’inaugurazione e il teatro Galli di Rimini è già pronto per una nuova prima: dopo il debutto dell’opera con Cenerentola di Cecilia Bartoli in forma semiscenica e Simon Boccanegra del teatro Mariinskij di Valery Gergiev, prende avvio il percorso che condurrà alla realizzazione delle prossime Stagioni liriche del teatro Galli. A farlo partire sarà La traviata di Giuseppe Verdi, prodotta dal teatro Municipale di Piacenza e dal Progetto Opera Laboratorio 2018 di Leo Nucci, che andrà in scena questa sera alle 20 e domenica 10 marzo alle 15.30. Sul podio la bacchetta esperta di Pier Giorgio Morandi dirige l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il coro del teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati. Nel cast la talentuosa soprano Adriana Iozzia, applaudita di recente nella parte di Medora nelle recite modenesi de “Il Corsaro”, è Violetta Valéry, il tenore Ivan Ayon Rivas, recentissimo vincitore del prestigioso concorso Placido Domingo, nel ruolo di Alfredo, mentre il giovane ma già affermato baritono Benjamin Cho è Giorgio Germont.

Iozzia, cosa rappresenta per lei dare voce a Violetta in questa produzione?

«Per me è un ruolo stupendo, allo stesso tempo croce e delizia, perché se da una parte dà tantissima soddisfazione dal punto di vista emotivo e vocale, dall’altra è anche molto impegnativo e difficile. In ogni caso sono felicissima di ricoprire questo ruolo per tutto l’anno e che mi porterà fino in Giappone. In questa produzione, che si ispira alla regia di Luchino Visconti del 1955, c’è poi l’omaggio a Maria Callas e quindi per me diventa anche un onore pensare di vestire i suoi panni. Abbiamo fatto un lavoro approfondito per non emulare il celebre allestimento viscontiano ma per realizzare un tributo alla soprano come artista e come donna: c’è un forte parallelismo tra le due figure di Violetta e Maria Callas, che dopo una vita di sfarzi, successo e amore si ritrovò a morire sola nella sua casa a Parigi».

Tra le peculiarità registica di Visconti c’era il fatto che fosse meticolosamente attento ai particolari in scena. Anche in questa messinscena?

«È vero, Visconti riempiva le credenze di bicchieri e tovaglie veri perché anche se il pubblico non poteva vederli serviva agli interpreti sapere che fossero lì. Anche noi abbiamo lavorato per restituire la massima naturalezza».

Tornando agli inizi del suo percorso, come si è avvicinata al mondo dell’opera lirica?

«Vengo da una famiglia di musicisti da parte di mio padre e ricordo ancora quando ascoltavo il vinile de La traviata di mio nonno. Agli inizi suonavo il violino, poi mi sono accorta che nel canto mi esprimevo con molta facilità e così, dopo alcune lezioni, mi sono iscritta al conservatorio Boito di Parma dove è iniziato il mio percorso. Sono originaria di Modica ma l’Emilia-Romagna mi ha accolto giovane: ora vivo a Genova».

Cosa pensa dell’opportunità per Rimini di riavere un teatro come il Galli capace di riportare l’opera nella sua proposta artistica?

«Credo sia molto importante e mi auguro che nel corso del tempo possa aggiungere sempre più titoli. Tra l’altro mi piace ricordare che Giuseppe Verdi stesso inaugurò questo teatro con l’Aroldo. Il Galli è stupendo e ha un’acustica perfetta. Rimini mi ha accolto in questi giorni con il sole e il pubblico è stato altrettanto caloroso durante la prova di martedì, quindi sono molto felice di essere qui con questa squadra unita e positiva».

Info: 0541 793811

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