Il Museo nazionale delle attività subacquee ha una nuova casa

Rimini

RAVENNA. Il fascino degli abissi riaffiora tra le sale del Museo nazionale delle attività subacquee a Marina di Ravenna. Nato nel 1998, nei giorni scorsi il museo ha cambiato sede, trovando casa in un ampio edificio nel cuore di Marina di Ravenna dove i visitatori possono fare un “tuffo” nella storia delle immersioni che ha radici antiche. L’occasione per inaugurare la nuova casa del Mas è stata la festa per i vent’anni di attività di Hdsi (The Historical Diving Society Italia), l’associazione culturale senza fini di lucro dedicata alla promozione e diffusione della conoscenza della storia subacquea. Vent’anni di attività per raccontare cinque secoli di storia, la celebrazione del ventennale è stato anche un incontro tra tutti coloro che negli anni hanno contribuito al successo della missione culturale dell’Hdsi attraverso incontri e convegni nazionali nei quali i pionieri della subacquea hanno regalato emozioni attraverso i loro racconti di vita e le loro imprese che hanno aperto la strada alle nuove generazioni di sub.

Alla serata di Gala del ventennale, il 22 novembre scorso all’Hotel Mattei, sono intervenuti anche il celebre giornalista, documentarista e scrittore Folco Quilici ed Enzo Maiorca, più volte detentore di record di apnea e socio onorario di Hdsi.

«Il Museo nazionale delle attività subacquee è stato realizzato da The Istorical Diving Society Italia grazie ai contributi di diversi enti, società e privati – afferma il curatore del Mas Vincenzo Cardella –. Si tratta di un museo particolare, unico nel suo genere in Italia che propone oggetti e cose “vintage” del mondo sommerso. E’ un museo di nicchia molto conosciuto all’estero da chi si occupa di immersioni. Nel museo ci sono 70 anni di storia grazie al materiale donato da chi ha fatto la storia del mondo subacqueo.

All’interno c’è anche una biblioteca con testi di vario genere sull’attività subacquea, composta da circa duemila titoli che vanno dalla saggistica, alla narrativa del mare e del mondo sommerso. Tra i volumi anche una collezione di titoli donata da Folco Quilici. La biblioteca Hds Italia dal 2012 è entrata a far parte dalla rete bibliotecaria di Romagna e di San Marino, integrata nel sistema bibliotecario nazionale. A breve uscirà anche una app con la quale ci si potrà introdurre virtualmente nel mondo sottomarino raccontato nel museo. Scopo dell’Hds e del museo sono il ritrovamento, la conservazione e la divulgazione del mondo sommerso, che rappresentano una parte importante della nostra storia».

Il Museo è visitabile tutto l’anno, previa prenotazione al n. 338 7265650 - fax 0544.531013. L’associazione organizza anche convegni, mostre, iniziative didattiche, letture e accoglie oltre a turisti ed appassionati del settore provenienti da tutto il mondo, anche scolaresche, studenti universitari e associazioni subacquee sportive.

Ad accogliere i visitatori nella prima sala c’è il suggestivo calco in gesso originale del Cristo degli Abissi, statua realizzata dallo scultore Guido Galletti e fiore all’occhiello del Museo, il cui bronzo giace nei fondali della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino. Entrando è facile restare stupiti e affascinati da scafandri di ogni epoca, tra i quali anche il noto scafandro da alta profondità Galeazzi che la Marina Militare ha messo temporaneamente a disposizione del museo; il Rov Pluto, sottomarino robotizzato donato dall’ingegnere Guido Gay (scopritore nel 2012 del relitto della Corazzata Roma), utilizzato per operazioni di sminamento e ispezioni; camere di decompressione; manichini con mute da incursore; il siluro a lenta corsa, invenzione italiana del 1936 che portò la Marina Militare a primeggiare durante la guerra con i reparti di incursione subacquea. E ancora, la sala del lavoro con due diorama a grandezza naturale uno sull’attività del palombaro, con attrezzature d'epoca, e uno su quella del moderno sommozzatore commerciale con attrezzature attuali.

«Entrare al Museo dell’attività subacquea e come entrare nel mondo sommerso – conclude Vincenzo Cardella – un’esperienza affascinante anche per chi questo mondo non lo conosce».

La città bizantina possiede un gioiello unico in Italia e tra i primi al mondo nel suo settore. Un luogo che lascia il segno come testimoniano le frasi di ringraziamento e di entusiasmo che lasciano i visitatori di ogni età prima di uscire. Una sorta di “diario di bordo” con apprezzamenti in tutte le lingue. Per informazioni: www.hdsitalia.org

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