Le donne e il Mediterraneo: Angeli Bernardini al Museo di Rimini

Donne e Mediterraneo: due mondi apparentemente sconnessi, soprattutto nell’ambito dell’antichità, ma che in realtà presentano numerosi punti di contatto. Sarà questo l’argomento dell’intervento di Paola Angeli Bernardini, filologa e professoressa emerita dell’Università di Urbino, che questo pomeriggio dalle 18.30 al lapidario del Museo della Città presenterà, in occasione del Festival del mondo antico, il suo nuovo libro, dal titolo Donne e dee nel Mediterraneo antico (Il Mulino Upm, 2022, pp. 206, euro 15).

La tradizione vede da tempo consolidato un pensiero riguardo al mondo antico, greco in particolare: gli uomini si occupavano di tutte le attività sociali, comprese quelle marittime, mentre le donne erano riservate nello spazio della casa. Questa concezione però non corrisponde del tutto alla realtà, e ce lo dimostra proprio il Mediterraneo, crocevia di incontri tra persone e culture e quadro di innumerevoli racconti, avventure, scoperte e prodigi, dal quale le donne sembrano tutt’altro che escluse. A partire dal mito, che ci presenta dee legate al mare, come Afrodite, nata dal mare e che sovrintende alle passioni amorose, a cui il Mediterraneo fa spesso da sfondo, o divinità erranti come Iside e Astarte, ma soprattutto eroine, come Io, Europa, Medea, Elena o Arianna, che percorrono il Mare nostrum perché rapite da dei o spinte dall’amore per eroi.

Dal mito alla realtà

Bernardini però non si ferma al mito, ma approda alla realtà, cercando possibili corrispondenze tra i racconti folcloristici e la vita ordinaria. Si scopre allora che, se è vero che l’esperienza marittima era comunque molto più frequente, intensa e importante per gli uomini, alle donne non era totalmente preclusa questa possibilità, benché fosse un avvenimento raro. Si trattava di viaggiatrici non autonome, accompagnate quindi da uomini, che si imbarcavano per fini di varia natura, in base anche all’età, al ceto sociale, al ruolo pubblico e alla provenienza. Si passa dalle donne di potere e prestigio alle sacerdotesse, per arrivare a quelle comuni al seguito dei coloni. Spesso costrette a prendere il mare erano anche le donne non libere, come nutrici, serve e schiave. Infine le prostitute, le viaggiatrici insieme ai commercianti e le professioniste itineranti di arti poetiche, musicali e di spettacolo.

In sostanza, navigando tra mito e storia, l’autrice affronta e sfata uno dei luoghi comuni sulla donna nel mondo antico e nell’area del Mediterraneo, ricordando la presenza da non sottovalutare del genere femminile in questo ambiente.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui