La prevenzione si sposta nei luoghi del divertimento

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Fare prevenzione attraverso la promozione della salute a 360 gradi tra gli adolescenti e i giovani adulti è l’obiettivo del progetto “Unità di Strada”, creato in co-progettazione tra il Servizio U.O Dipendenze Patologiche di Ravenna e l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna: «Non ci aspettavamo un’adesione del genere da parte dei giovani- spiega Sara Sternini, psicologa e psicoterapeuta del Servizio Dipendenze Patologiche -. Pensavamo che, presi dal divertimento e dalla libertà seguiti alle restrizioni per la pandemia, i ragazzi non avessero voglia di fermarsi a parlare con noi. E invece è andata benissimo: siamo riusciti a dare tantissime informazioni e materiale informativo, specialmente sull’uso delle sostanze, sulla contraccezione e sui Sevizi giovanili presenti sul territorio. Inoltre ci siamo resi conto che le norme di protezione (mascherine e distanza di sicurezza) non hanno influito negativamente sul desiderio delle nuove generazioni di comunicare».

“Unità di strada” nasce dall’unione di due progetti precedenti che condividevano intenti e finalità e che ora si sono uniti in una nuova iniziativa: «Si è formata un’equipe multidisciplinare molto valida – continua Sternini -. Oltre agli operatori del nostro Servizio, partecipano educatori del Consorzio Selenia e, in base alle necessità, l’equipe è ampliata ad altre figure professionali, come personale del Consultorio e infermieri specializzati. Questo progetto ci ha permesso di crescere molto, professionalmente e anche umanamente».

La prossimità è una delle caratteristiche di “Unità di Strada”: «Siamo noi ad andare nei luoghi in cui si ritrovano gli adolescenti e i giovani adulti (proprio per questo abbiamo suddiviso il progetto in una fase estiva e in una invernale). Quest’estate abbiamo focalizzato la nostra presenza soprattutto a Marina di Ravenna e in zona Darsena, entrando nei maggiori luoghi di aggregazione, nei locali e nei bagni del litorale, e andando nei parchi e nelle piazze».

Sono stati gli operatori, insieme agli educatori, ad andare incontro ai ragazzi spostandosi sul territorio, ma anche i giovani si sono avvicinati all’equipe dell’Unità di strada: «Abbiamo avuto a disposizione un camper dell’azienda Ausl, e ciò ha fatto sì che molti di loro venissero incuriositi a chiederci di che cosa ci occupassimo. Molti ci scambiavano per un camper vaccinale, e questo comunque ci ha dato l’opportunità di dare informazioni sia sui vaccini, sia sulle tematiche più di nostra competenza».

Dodici uscite organizzate soprattutto il venerdì e il sabato sera, e in occasioni particolari come la notte prima del 23 luglio e durante la settimana della Notte Rosa: «Il 31 luglio ci siamo avvalsi della presenza delle ostetriche del Consultorio e ci siamo resi conto di quanto per i ragazzi sia difficile parlare di sesso, soprattutto di contraccezione. Inoltre, sempre in quella serata abbiamo sperimentato la “Chill Out”. Abbiamo allestito un tendone di “decompressione” in cui chi aveva bevuto troppo poteva trovare uno spazio accogliente in cui gestire il malessere momentaneo. Questa iniziativa è stata organizzata in collaborazione con il Sert di Forlì e con la Croce Rossa Italiana che ha messo a disposizione materiale di conforto come acqua e alimenti contenenti zucchero come caramelle o cioccolatini, utili nel caso di nausea e capogiri. La chill out ha tra gli obiettivi quello di ridurre gli ingressi impropri al Pronto Soccorso e di risolvere situazioni non gravi, ma che necessitavano comunque di essere prese in considerazione».

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