L’ex comandante dell’Amerigo Vespucci al lavoro a Forlì: “C’erano anche i miei figli, un’esperienza preziosa”

Venerdì scorso ha lasciato Venezia per trascorrere il fine settimana insieme alla famiglia. La sua Forlì, però, in questi giorni sta cercando di risollevarsi dall’alluvione che ha messo in ginocchio diversi quartieri della città. Sabato e domenica tra i volontari impegnati ai Romiti e al quartiere San Benedetto a spalare fango e acqua dalle zone più martoriate c’è anche Gianfranco Bacchi, l’ex comandante della nave scuola della Marina Militare Amerigo Vespucci, che si è unito alle persone che hanno offerto la propria opera per aiutare i loro concittadini. «Ho trovato uno scenario apocalittico, fino al casello non avevo la percezione di quanto accaduto, o meglio giunto a Schiavonia mi sono reso conto della drammaticità di quanto era successo nei giorni prima – racconta il forlivese Bacchi -. Le immagini che avevo visto fino a quel momento erano di per sé già significative, ma quando ti trovi in quelle zone puoi sentire l’odore delle cose, del fango e del marcio. E’ sicuramente molto diverso».

Non ci ha pensato due volte, e come tanti altri forlivesi nel momento del bisogno non si è sottratto. «Sono stato prima in via Gorizia, mi sono messo a disposizione per dare una mano a persone che non conoscevo – prosegue l’ex comandante dell’Amerigo Vespucci -. Poi ho dato una mano ad un amico ai Romiti, tutta Forlì era in quelle zone per aiutare. Anzi, ho incontrato più gente qui che in piazza Saffi negli ultimi 30 anni». In tanti in questi giorni armati di badile e buona volontà hanno spalato fango provando a liberare abitazioni colpite dalla furia dell’acqua che martedì scorso ha sommerso diverse zone della città. Come Bacchi anche altri forlivesi “noti” non hanno esitato a dare una mano alla loro Forlì.

Hanno preso parte alla macchina della solidarietà il presidente nazionale dei pietrai Paolo Cesari, e il fisico del Cern Marco Selvi. «Eravamo tutti impegnati per uno stesso scopo, aiutare chi in questo momento ha perso tutto o quasi – conclude Bacchi -. Si respirava solidarietà. Al mio fianco c’erano anche i miei figli, anche loro hanno fatto questa esperienza. Inizialmente tutto è partito come un gioco, aiutare qualche compagno di scuola in difficoltà o qualche amichetto con cui condividono lo sport. Credo che averli resi partecipi li abbia messi di fronte a questa catastrofe, ma allo stesso tempo questa esperienza ha fatto loro un gran bene».

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui